"Si preannuncia un’altra estate di grande sete. La siccità rischia di tagliare le produzioni di cereali, frutta e verdura. La carenza d’acqua, dovuta ad un autunno e inverno anomali, si trasformerà in grave emergenza per l’agricoltura. Occorre subito un Piano irriguo per affrontare una situazione di pesante difficoltà per gli agricoltori, ma che avrà riflessi anche per i consumatori". A lanciare l’allarme è la Cia - Confederazione italiana agricoltori sulla scorta dei risultati cui è giunto il gruppo di esperti della Protezione civile. E’ la mancanza di neve ad allarmare la Cia. Sugli Appennini non c’è, sulle Alpi è la metà dello scorso anno. Il risultato: estate torrida e asciutta, fiumi, laghi e bacini idrici a secco, produzioni agricole dimezzate. A causa del clima anomalo il comparto ortofrutticolo - sottolinea la Cia - vive una situazione difficile, che in alcune regioni (Puglia e Basilicata) si è mutata in una delle crisi più gravi degli ultimi decenni. La maturazione delle produzioni di ortaggi si sono concentrate e accavallate.  Non è più commerciabile e invenduta molta produzione orticola (scarola, lattuga, finocchi, prezzemolo, cavoli, spinaci, broccoli). A ciò si devono aggiungere quantità di agrumi (arance, mandarini e clementine) che non hanno trovato sbocco sul mercato. In alcune aree, soprattutto del Meridione, è andato distrutto anche il 50% della produzione. Tutta l’agricoltura italiana è in stato di allarme.