Sette i punti strategici contenuti nel Piano: promuovere lo spirito e la cultura d’impresa tra i giovani, facilitare la successione e favorire il ricambio generazionale nelle imprese, migliorare l’accesso ai capitali e gli strumenti di gestione del rischio d’impresa, semplificare e migliorare i contesti amministrativi e normativi per le giovani imprese, rilanciare la competitività attraverso l’orientamento delle imprese al mercato, creare “reti” tra imprese che valorizzino e sviluppino i rapporti con il territorio e tra i territori, favorire la creazione di nuovi sistemi di sicurezza sociale per gli imprenditori.
“In tutta Europa si avverte da anni una forte tendenza al cambiamento dell’economia, della società e del modo di fare politica, con profonde trasformazioni nella struttura produttiva, nei comportamenti degli agenti economici e degli attori che operano ai livelli istituzionali”, si legge nel documento. L’agricoltura vive una fase di cambiamenti relativi al concetto di attività agricola ed il suo ruolo nella società. I pionieri di questo cambiamento, che vede protagonista un nuovo spirito e una nuova cultura imprenditoriale sono stati in Italia, come nel resto d’Europa, principalmente le imprese giovani.
I giovani e l’agricoltura: i numeri
I giovani, sotto i 35 anni, titolari di imprese agricole nella Ue-15 sono circa 430 mila, se si considerano quelli che nel complesso lavorano nel settore agricolo, il dato sale a oltre 3 milioni circa il 25% dell’intera forza lavoro del settore. Un dato che dovrebbe ancora migliorare con l’Ue – 25.
Negli ultimi anni si è assistito ad una stabilità degli occupati giovani in agricoltura in controtendenza con le altre classi di età che sono tutte diminuite. Dopo un periodo di 20 anni di stabilità del rapporto tra giovani ed occupati totali (20% nell’Europea a 9), si sta assistendo ad un aumento della quota di giovani nel settore. Ciò è dovuto non solo all’ingresso di nuovi Paesi, ma anche all’aumento della percentuale di giovani nei Paesi storici.
La distribuzione degli occupati per fascia di età, nei diversi settori produttivi, mostra come l’agricoltura sia poco attrattiva per i giovani con una percentuale complessiva del 25% contro il 36% dell’industria ed il 35% dei servizi. Il settore agricolo risulta anche l’unico settore dove rimangono percentuali significative di occupati (7,60% nella UE-25 e 8,4% nell’UE-15) oltre i 65 anni di età, cioè nell’età pensionabile: dato che contribuisce a mantenere il problema del lento ricambio generazionale del settore.
Inoltre si rileva una notevole diversa presenza di conduttori giovani tra gli stati membri dell’UE – 15 con Irlanda e Austria dove si raggiunge il 13% e l’Italia ed il Portogallo dove gli imprenditori giovani sono solo rispettivamente il 4% ed il 3%.
Negli ultimi anni vi è stata un’evidente tendenza verso la concentrazione delle imprese. Tendenza che ha portato ad una crescita dell’occupazione delle aziende condotte da giovani del 37% in Europa e del 34% in Italia.
Nel Piano viene sottolineato il ruolo delle piccole e medie imprese nello sviluppo sostenibile dell’Europa e dell’Italia, oggi ampiamente riconosciuto e al centro di azioni politiche comunitarie, in particolare per il contributo in termini di competitività, ricerca, innovazione, qualificazione del capitale umano che va rafforzato e sviluppato.
Pertanto l’obiettivo strategico del piano è quello di portare il tema del ricambio generazionale al centro della politica economica del Paese evidenziando il contributo che le imprese agricole giovani apportano alla crescita ed allo sviluppo complessivo del Paese e dell’Europa e promuovendo lo spirito e la cultura d’impresa tra i giovani attraverso azioni chiave.
Per informazioni:
Oiga - Osservatorio per l’Imprenditorialità giovanile in Agricoltura
Presso il Ministero delle Politiche agricole e forestali - Via XX Settembre 20 - 00187 Roma - Tel. 06 46655069 Fax 06 46655139 www.oigamipaf.it
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Fonte: Agronotizie