Il prezzo dei principali cereali di interesse per l'alimentazione degli animali continua a scendere. A favorire questa flessione contribuiscono vari fattori, anche geopolitici, e un'inversione di tendenza non è prevista nel breve periodo.
Con queste premesse parlare di un cereale "minore", come la segale, può sembrare di scarso interesse, tanto più che il suo impiego in zootecnia presenta alcuni problemi.
Tuttavia, complici i cambiamenti climatici in atto, può essere utile non dimenticarsi di questo cereale, resistente alla siccità e ai climi rigidi.
Attenti ai funghi
La sua coltivazione in Italia non è diffusa e varie stime collocano in circa seimila ettari la superficie destinata a questo cereale.
A renderlo interessante come componente della razione alimentare sono i recenti progressi in campo genetico che ne hanno migliorato le performance nutrizionali, allontanando al contempo i suoi punti deboli.
Fra questi i possibili attacchi fungini da Claviceps purpurea (segale cornuta), cui consegue la formazione di alcaloidi dannosi per gli animali.
La particolare composizione del chicco di segale, con una maggiore presenza di fruttoligosaccardi e composti fenolici rispetto ad altri cereali, potrebbe limitarne l'impiego nella formulazione di mangimi.
Occorre anche tenere conto della minore disponibilità di aminoacidi solforati (metionina e cisteina).
Esigenze modeste
A dispetto di questi fattori limitanti, la segale vanta una minore richiesta di acqua e fertilizzanti e un'apprezzabile resistenza alle temperature rigide.
Nuovi ibridi di segale si dimostrano poi più resistenti agli attacchi della segale cornuta e complessivamente con un minore contenuto di fattori antinutrizionali.
Nell'alimentazione dei suini la segale può sostituire il frumento e nel caso dei bovini da latte e da carne può sostituire in parte il mais, purché si tenga conto del minore apporto energetico rispetto a quest'ultimo.
Un aiuto alla rotazione
La segale, dunque, può rivelarsi utile quando il suo prezzo di mercato è competitivo rispetto ad altri cereali.
Ma è in particolare la resistenza di questo cereale che può rivelarsi preziosa a fronte dei cambiamenti climatici in atto.
Inoltre l'introduzione della segale potrebbe essere di aiuto nelle rotazioni del ciclo colturale, contribuendo a ridurre la pressione di patogeni.