Le conseguenze sono note a tutti gli allevatori: se la stalla non è adeguatamente raffrescata, dall'estate fino all'autunno si verificano cali di ingestione, flessioni produttive, scadimento della qualità del latte, peggioramento delle performance riproduttive e dello stato sanitario. Del resto il sistema immunitario delle bovine, che durante la fase di transizione è normalmente depresso, a causa del caldo subisce un crollo, e questo può portare a un incremento dei casi di metrite, mastite e altre infezioni tipiche del post parto. Di più: l'epigenetica ci insegna che le vitelle nate da vacche che hanno sofferto il caldo mostrano crescite più stentate e maggiore sensibilità alle malattie, e una volta diventate adulte performance meno brillanti delle coetanee figlie di vacche che non hanno subito stress termici.
Indice estate/inverno
In Italia, raffrescare adeguatamente la stalla è dunque una necessità. E qui scende in campo il team di Arienti Paolo & C., che offre agli allevatori il suo "Programma elements".Non si tratta semplicemente di ventole, ma di un pacchetto di prodotti e servizi grazie al quale le performance estive diventano del tutto sovrapponibili a quelle invernali e migliora la sostenibilità economica dell'azienda da latte. Uno dei primi interventi dei tecnici Arienti è infatti calcolare l'indice S/W, ovvero il rapporto tra le produzioni estive e quelle invernali. Esso esprime il grado di sofferenza della mandria durante la stagione calda e consente di valutare in modo semplice l'efficacia del sistema di raffrescamento in uso: tanto più l'indice si avvicina a 1, tanto più efficace è il sistema, e viceversa.
Secondo un'indagine condotta in Israele, la nazione dove l'indice S/W è stato messo a punto, nel 2017 l'11% delle stalle aveva un indice pari a 0.98, il 66% pari a 0.95 e il 23% è pari a 0.91. Secondo i dati raccolti dalla stessa Arienti, in Italia l'indice S/W è invece pari, nella media, a 0.88: è come dire che le produzioni lattee estive sono mediamente pari all'88% di quelle invernali. Un dato che dimostra come nel nostro paese ci siano ancora ampi margini di recupero di efficienza produttiva ed economica.
L'indice S/W consente di valutare in modo semplice l'efficacia del sistema di raffrescamento in uso
Una volta calcolato l'indice S/W e la perdita economica ad esso collegata, il Programma elements di Arienti prevede quindi un'attenta analisi delle strutture e delle procedure di stalla, la progettazione dei correttivi con la formulazione del preventivo di spesa, l'installazione dell'impianto - basato sull'immissione di aria da alta velocità in abbinamento all'aspersione di acqua a goccia grossa direttamente sul corpo dell'animale - seguita dalla definizione delle procedure operative di cooling (presenza degli animali, aria, acqua e tempo: questi i quattro parametri essenziali del piano) e infine dal controllo della temperatura basale delle bovine, eseguito da un veterinario tramite l'inserimento di data loggers vaginali su un campione rappresentativo della mandria (otto vacche per gruppo).
C'è infatti una robusta documentazione scientifica che dimostra che le performance produttive e riproduttive della bovina sono integralmente conservate quando la loro temperatura interna è inferiore ai 39.2 °C. Occorre dunque agire affinché l'animale mantenga tale valore il più a lungo possibile, idealmente per tutta la giornata. Al termine di tutto questo processo si tirano le somme: i tecnici di Arienti effettuano una valutazione economica dei risultati ottenuti (anche a lungo termine, con una previsione negli anni) e vengono discussi gli eventuali accorgimenti per migliorare ulteriormente l'indice S/W.
È importante posizionare correttamente i ventilatori e regolare adeguatamente la velocità dell'aria
Casi-studio
Siete ancora scettici? Allora date un'occhiata ai grafici riportati in questo articolo, relativi ai risultati ottenuti in alcune stalle che hanno applicato il Programma elements di Arienti. Essi dimostrano come l'investimento nei prodotti/servizi sopra descritti venga abbondantemente ripagato dal significativo aumento produttivo, dalla migliore fertilità (aumento del PR%) e dalla migliore qualità del latte.Andiamo nella pianura friulana e prendiamo i casi dell'azienda Principi di Porcia e Brugnera di Azzano Decimo (Pn) e dell'azienda agricola Bennati di San Canzian d'Isonzo (Go): nella prima (110 capi in mungitura) il gruppo di vacche che dal mese di luglio del 2018 ha beneficiato del cooling anche in corsia di alimentazione ha aumentato la produzione estiva di latte (+5 kg/capo/giorno come media del periodo: Grafico 1). Nella seconda (860 vacche in lattazione) il trattamento di cooling ha avuto inizio nell'estate del 2017 (Grafico 2) e la mandria ha prodotto mediamente 4 chilogrammi di latte al giorno in più rispetto all'estate del 2016, migliorando anche le performance riproduttive (Grafico 3).
Nell'estate del 2018 i risultati sono ulteriormente migliorati rispetto all'estate del 2017, sia sotto il profilo delle produzioni (Grafico 2) che del PR% (Grafico 3).
Spostiamoci nel mantovano: nell'azienda agricola Mori di Pietole di Virgilio (260 capi in mungitura) l'impianto di cooling è entrato in funzione nel maggio del 2018 ed è migliorata non soltanto la produzione estiva (35 kg/giorno vs 33,5 kg/giorno del 2017), ma anche l'ingestione di sostanza secca (+1,5%) e soprattutto la qualità del latte. In particolare, nell'estate 2018 il tenore di grasso si è mantenuto sui valori invernali e l'azienda è quindi riuscita a mantenere il premio qualità senza le interruzioni estive degli anni precedenti.
Sono tutti dati che si commentano da sé. Ma l'estate del 2019 è alle porte ed è tempo di decidere se tenere al fresco le vostre vacche.