Due giorni di incontri programmati al ministero delle Politiche agricole – il 19 e 20 novembre - per cercare di dipanare i fili di una crisi che sta schiacciando nuovamente gli allevatori di suini e i macelli.

Il primo giorno vivrà un momento più politico, dove i rappresentanti dei produttori, delle organizzazioni sindacali e di Assica saranno convocati al dicastero di via XX Settembre per trovare una soluzione sulla Commissione unica nazionale (Cun), alle prese con una prolungata latitanza della parte industriale.
Il secondo giorno, invece, sarà dedicato a questioni tecniche. All’ordine del giorno dovrebbe esserci la discussione sulle modalità di valutazione delle carcasse, per allinearsi alle normative europee.

A sollecitare il ministro delle Politiche agricole, a più riprese, ci ha pensato l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, pronto addirittura a gestire direttamente la Cun, ad oggi di competenza ministeriale.
“È ormai intollerabile che la rappresentanza industriale, unilateralmente, abbandoni il luogo deputato al mercato, provocando una situazione di incertezza che non è più sostenibile su tutti i profili”, ha tuonato Fava.
E ancora l’assessore: “La Lombardia, in quest’ultimo caso, come ha già fatto in occasione del protocollo d’intesa sul rilancio della suinicoltura siglato agli inizi di luglio a Mantova, è pronta ad assumere ulteriori compiti, a tutela di un mercato e degli operatori che lo frequentano”.
Ma se la causa della diserzione dei macellatori dalla Cun è – con ogni probabilità – la volontà di premere sul ministero delle Politiche agricole, affinché il regolamento della Commissione unica nazionale assicuri la possibilità di introdurre maggiori “non quotati”, c’è chi dice no.

Unapros, la realtà che aggrega cinque organizzazioni di produttori italiane (Opas, Assocom, Asser, Aps Piemonte, Suinmarche) ha scritto infatti pochi giorni fa una lettera al ministro De Girolamo.
Nella missiva il presidente di Unapros, Lorenzo Fontanesi, chiede che “venga ristabilito, al più presto, il totale rispetto dell’attuale regolamento, senza ulteriore introduzione di non quotati”. Una richiesta che deriva dalla “necessità di dare al mercato un punto di riferimento certo e condiviso al fine di creare le condizioni all’interno della filiera suinicola di sviluppo di progetti economici a tutela dei redditi della parte allevatoriale e della macellazione”.

Il modello per un nuovo mercato, per Unapros potrebbe essere quello della Bretagna, attraverso un’asta telematica. E la possibilità di utilizzare il canale della Borsa merci telematica italiana, presieduta da Francesco Bettoni, è quanto mai concreta.
Certo, i produttori di suini guardano anche oltre. La definizione della carcassa, magari da rilevare con l’ausilio di una scatola nera per rendere assolutamente trasparente il metodo di valutazione, è uno dei passaggi prioritari da adottare. E poi la formulazione dei prezzi, che per il numero uno di Unapros dovrebbe prevedere “un sistema di premialità qualitative dei suini, anche diversificate secondo le richieste e le offerte dei macellatori e dei produttori, affinché il prezzo sia la reale definizione tra domanda e offerta”.

Nella seconda metà di ottobre, a denunciare il grave stato di crisi della suinicoltura era stato il presidente della Confagricoltura, Mario Guidi. Anche lui, al ministro De Girolamo, aveva chiesto un incontro per “poter riaprire un fronte di dialogo su basi concrete”.