"Occorre intervenire tempestivamente per impedire l’arrivo sul mercato di latte e derivati provenienti dagli eredi delle mucche clonate che rappresenta un rischio concreto anche per l’Italia che è il più grande importatore europeo di latte e derivati dall’estero". 

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’avvio da parte dell’agenzia per gli standard alimentari britannici di un'indagine sulla produzione non autorizzata di latte proveniente dalla progenie di mucche clonate, in seguito alla denuncia riferita dal New York Times che ha raccolto le confessioni di un anonimo produttore britannico di latticini il quale ha ammesso di utilizzare mucche nate da genitori clonati per la sua produzione quotidiana.

"La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è - continua la Coldiretti - un rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità pone evidenti perplessità di natura etica che occorre affrontare prima che sia troppo tardi. Dopo oltre 13 anni dalla scoperta della pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997, oggi è possibile clonare un animale con una spesa attorno i 10 mila e la tecnica - sottolinea la Coldiretti - riguarda già molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli, con sperimentazioni effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche con un muflone selvatico".

La maggioranza assoluta dei cittadini europei ed italiani, secondo l'ultima indagine di Eurobarometro, bocciano la possibilità che latte, formaggi e carne provenienti da animali clonati arrivino sulle tavole per motivi ambientali, etici, sanitari ed economici, avendo peraltro ben chiaro il significato della nuova tecnica. 

Il 79% degli italiani, sottolinea la Coldiretti, conosce infatti in cosa consiste la tecnica della clonazione animale, ma ritiene che siano chiari gli effetti di lungo periodo sulla natura (81%), che potrebbe compromettere la biodiversità (63%), che causi sofferenza agli animali (52%) e che sia moralmente sbagliata (69%). Il 64% ritiene pertanto che la clonazione a fini alimentari non sarebbe mai giustificabile con la maggioranza dei cittadini che non comprerebbe mai latte o carne da animali clonati e per questo, conclude la Coldiretti, il 78% ha dichiarato che un sistema di etichettatura dovrebbe essere reso obbligatorio qualora fossero venduti prodotti derivati dalla progenie di animali clonati.