Si è tenuta ieri, l'assemblea straordinaria di Confagricoltura Lombardia, convocata per organizzare la mobilitazione nazionale contro la finanziaria che vedrà una prima grande manifestazione alla Fiera di Cremona il 22 luglio. Nell'occasione, è stato anche discusso il comunicato diffuso da Assolatte attraverso le principali testate giornalistiche, in merito alla trattativa per il prezzo del latte alla stalla

Nel respingere seccamente le accuse al mittente gli allevatori di Confagricoltura Lombardia, vogliono evidenziare che gli allevatori italiani ricavano già ora il 20% in più dei loro colleghi europei: il prezzo medio dei principali formaggi freschi italiani supera del 19% il prezzo medio delle analoghe produzioni tedesche. Conseguentemente, la maggior retribuzione dei nostri allevatori trova riscontro nel mercato e non grava sulle aziende di trasformazione. 

"Grazie all'impegno dell'industria lattiero casearia, solo nel 2009, il risparmio per le famiglie italiane - osserva la Confagricoltura regionale - ha superato i 270 milioni di euro: considerando l'abbassamento del prezzo medio del latte alla stalla tra il 2008 (0,3948 euro al litro) e il 2009 (0,3230 euro al litro) ed una produzione nazionale di circa 100 milioni di ettolitri all'anno, il risparmio sull'acquisto della materia prima nel 2009 può essere stimato nell'ordine dei 720 milioni di euro. E' doveroso quindi chiedersi come mai i consumatori abbiano potuto risparmiare solo 270 milioni di euro e chi abbia beneficiato del residuo risparmio sull'acquisto della materia prima". 

Sicuramente non gli allevatori! Nel corso dell'assemblea 2009, il presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi ha affermato che il made in Italy è quello che esce dalle industrie di trasformazione. Affermazione che, ad avviso dall'organizzazione regionale degli imprenditori agricoli, non può essere in alcun modo giustificata: il made in Italy, in campo alimentare, non può prescindere dall'attività degli agricoltori e degli allevatori che producono, nel rispetto di rigide norme sanitarie e dei disciplinari di produzione, la materia prima necessaria per i prodotti di eccellenza realizzati dalle aziende di trasformazione. 

"Ci chiediamo quindi - afferma Confagricoltura Lombardia - perché Assolatte si ostini ad opporsi ad un sistema di etichettatura che certifichi in modo esplicito l'origine del latte utilizzato e, con essa, il vero made in Italy".