L'hanno soprannominata legge salva-infrazioni, perché il suo intento è quello di risolvere i molti contenziosi che l'Italia ha accumulato nei confronti di Bruxelles per i ritardi nel recepire le norme comunitarie. Dentro c'è un po' di tutto, dagli obblighi delle officine di riparazione delle auto in tema ambientale, ai criteri di distribuzione dell'acqua potabile, argomento diventato centrale nel dibattito politico degli ultimi giorni. Fra le pieghe del decreto, ora trasformato in legge dopo il voto di fiducia ottenuto alla Camera, c'è anche un articolo, il numero 18, che riguarda le quote latte e sul quale si è acceso un serrato dibattito. Ma vediamo anzitutto cosa dice questo articolo, ecco il testo: “Al fine di completare l'attuazione del regolamento (CE) n. 72/2009 del Consiglio, del 19 gennaio 2009, attraverso il progressivo riequilibrio tra la quota assegnata e la produzione conseguita, le trattenute e i versamenti di cui all'articolo 5, commi 1 e 2, del decreto-legge 28 marzo 2003, n. 49, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 maggio 2003, n. 119, vengono eseguiti dagli acquirenti nella misura del 5 per cento per il periodo 2009/2010 e nella misura del 10 per cento per il periodo successivo, esclusivamente per le aziende che non superano il livello produttivo conseguito nel periodo 2007/2008.”
Uscendo dal burocratichese stretto, la finalità di questo articolo è quello di evitare che vengano fatte pagare multe che poi dovranno essere rimborsate agli stessi allevatori. Ciò è quanto prevede la legge 33 del 9 aprile 2009, secondo la quale va restituito il prelievo versato dalle aziende che non hanno superato il livello produttivo conseguito nel periodo 2007/2008. Grazie all'aumento della quota nazionale e alla contrazione delle produzione, per la campagna lattiero casearia in corso nessun prelievo sarà dovuto all'Unione europea e dunque sono inutili i pagamenti mensili delle multe così come sono ora previsti.
Subito le proteste
Ad essere “beneficiati” da questo articolo, come ovvio, sono soprattutto gli allevatori alle prese con esuberi produttivi e di conseguenza con le multe, quelli che si suole identificare con l'etichetta (non corretta, va detto) di “Cobas” del latte. Inevitabile la levata di scudi degli allevatori “in regola” con le multe. A parere della Cia con questo provvedimento si premia chi non rispetta le regole e si penalizza chi è stato nella legalità e che ancora aspetta i 45 milioni di euro promessi dal ministro Zaia nella legge di nuova assegnazione delle quote. Su posizioni analoghe anche l'Associazione produttori latte del Piemonte che lamenta come gli allevatori “regolari” siano invece costretti, se supereranno la loro quota del 6%, a pagare il 100% del prelievo. Critica anche la posizione del presidente dell'Unione provinciale agricoltori di Brescia, Francesco Bettoni, che dà appuntamento a Roma il 3 dicembre, in piazza Montecitorio, per la manifestazione di protesta organizzata da Confagricoltura.
La replica del Ministro
Intanto il ministro dell'Agricoltura fa sapere che “la ratio di tale norma, considerando la crisi che sta colpendo il settore lattiero-caseario, è quella di evitare di richiedere agli allevatori il versamento mensile di somme che dovranno poi essere restituite a luglio (a seguito dell'aumento del quantitativo nazionale garantito assegnato all'Italia nell'ambito dell'Health Check, che supera abbondantemente l'esubero nazionale).”
Il torto e la ragione
Difficile, ancora una volta, stabilire dove stia il torto e la ragione in questa mai conclusa vicenda delle quote latte con il suo corredo di multe. Certo, qualcuno, pochi in verità, si è messo palesemente al di fuori delle norme e il giudizio non può che essere negativo. E' anche vero che questi “splafonatori” di professione sono poche centinaia e da loro si dovrà pretendere che il debito contratto con la collettività sia saldato. Ma è altrettanto vero che sono migliaia gli allevatori alle prese con esuberi produttivi che è difficile definire “illegali”, tanto che grazie ai contorti meccanismi delle norme che regolano questa intricata materia a questi allevatori non viene chiesto alcunché. Ma la minaccia delle multe è sempre lì anche per loro. Che sollievo sarà allora, a fine marzo del 2010, poter finalmente dire che non ci sono nuove multe e che la stagione degli esuberi produttivi è finita. A creare problemi a chi alleva vacche basta e avanza il mercato.