Per il prezzo del latte siamo alle prime battute, tanto per saggiare il terreno, da una parte e dall'altra. Ha iniziato la Lombardia, regione leader in quanto a produzione di latte, dove già è sceso in campo l'assessore all’agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, nel tentativo di trovare un punto di incontro fra pretese degli allevatori e disponibilità delle industrie del latte. L'accordo non è  arrivato, ma la partita è ancora aperta. Che raggiungere un punto di incontro sia difficile, già lo si sapeva. Dopo un 2008 di tensioni di mercato e prezzi in crescita, oggi la situazione è capovolta. La produzione di latte è prevista in aumento in tutta Europa, complice anche l'umento della quota, e i prezzi di conseguenza sono in calo. Le ultime rilevazioni indicano in poco più di 30 centesimi di euro il prezzo del latte di provenienza francese e solo 27 centesimi per quello targato Germania. Le industrie del latte premono per applicare le stesse tariffe anche al latte italiano, che per gli allevatori sono però impraticabili perchè persino inferiori al costo di produzione. Rispetto ai colleghi degli altri Paesi, gli allevatori italiani devono infatti fare i conti con costi di produzione maggiori a causa delle differenti condizioni strutturali della nostra zootecnia, povera di pascoli e con più elevati costi di alimentazione degli animali. In cambio il latte italiano offre una qualità non riscontrabile in quello d'oltre confine.

 

La posizione lombarda

Che si debba affrontare una trattativa difficile ne è consapevole anche l'assessore Ferrazzi, che a margine dei primi incontri con le delegazioni delle imprese di trasformazione del latte (Assolatte) e delle Organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) ha ricordato che pur in presenza di punti di vista ancora distanti relativamente al prezzo, tutte le parti sono concordi sulla necessità di pervenire a un accordo regionale di medio periodo, che non impedisca di assecondare un'eventuale ripresa del mercato.
"La trattativa – ha affermato Ferrazzi - rimane aperta e in questi giorni, dopo le opportune verifiche tra gli associati che le singole parti ci hanno richiesto, convocherò un incontro che auspico decisivo. Regione Lombardia, conscia del suo delicato ruolo di mediazione, farà tutto il possibile per favorire la soluzione di questa che si presenta come una delle partite fondamentali per il futuro del comparto".

 

Le proteste al Sud

Mentre in Lombardia le trattative sono ancora aperte, a Caserta gli allevatori sono in stato di agitazione come risposta alle richieste delle industrie del latte di ridurre il prezzo del latte di alta qualità. A sostenere le ragioni degli allevatori è la Coldiretti di Caserta che punta l'indice sulle importazioni nei confronti delle quali si richiedono maggiori controlli e una più attenta tracciabilità, con obbligo di indicazione della provenienza in etichetta. Una richiesta legittima ma certamente difficile da ottenere. Anche gli allevatori di Isernia hanno aderito alla protesta dei loro colleghi di Caserta e si sono mobilitati contro la riduzione del prezzo del latte alla stalla imposto dalle industrie del settore. Segnali preoccupati giungono anche dalla Basilicata. L’accordo regionale che fissava a 47 centesimi il prezzo del litro di latte è stato “stracciato” e le industrie faticano a raggiungere quota 33 centesimi, come denuncia la Coldiretti di questa Regione.

 

Voci preoccupate

Anche da Confagricoltura giungono note di preoccupazione per la situazione del mercato del latte che è fatto oggetto di manovre speculative con le importazioni dai Paesi dell’Est a prezzi stracciati. Non si spiega altrimenti la flessione del prezzo visto che le consegne di latte nell’Europa a 27, afferma Confagricoltura, sono in contrazione e fanno registrare nel confronto fra gennaio 2008 e gennaio 2009 una diminuzione dell’1,5%. Per la difficile situazione del mercato del latte si è mobilitata anche la Regione Piemonte che per lunedì 4 maggio ha convocato le rappresentanze del mondo agricolo e della parte industriale per verificare la possibilità di trovare un punto di incontro per la definizione del prezzo per la campagna in corso.

Abbandonato il progetto di una indicizzazione del prezzo, ipotesi sulla quale molto si era lavorato lo scorso anno per trovare un punto di incontro fra industrie e allevatori, ci si interroga su quali strade percorrere per valorizzare il latte italiano. Una risposta potrebbe venire dal progetto al quale sta lavorando Coldiretti per la realizzazione di percorsi di filiera con nuove regole sull’origine dei prodotti e sui controlli necessari. Se ne discuterà a Roma il prossimo 30 aprile. Se sarà utile anche a risolvere i problemi del latte lo si vedrà in seguito.