'Se il decreto legge sulle quote latte non verrà modificato in maniera sostanziale durante la discussione parlamentare, siamo pronti a ricorrere nelle sedi giudiziarie competenti, insieme alle Regioni che hanno già annunciato l’intenzione di procedere ai ricorsi, chiedendo anche gli eventuali danni subiti dagli allevatori'.
Ad annunciarlo è il presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori) Giuseppe Politi nel corso dell’audizione che si è svolta presso la Commissione Agricoltura del Senato. Politi è stato molto chiaro: 'il decreto predisposto dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia è assolutamente inaccettabile; per questo motivo deve essere modificato in molte sue parti, proprio per garantire i produttori che hanno rispettato le regole che, altrimenti, verrebbero penalizzati in modo che giudichiamo assurdo. Sono, quindi, legittime le proteste, che condividiamo e sosteniamo, degli allevatori che si sono mobilitati in diverse zone del Paese'.
Il presidente della Cia ha presentato alla Commissione di Palazzo Madama le proposte della Confederazione per cambiare in molte parti il decreto legge. Proposte che sono state sottoposte anche all’attenzione dei vari gruppi parlamentari.
'Tra le nostre richieste', ha ricordato Politi, 'c’è, soprattutto, quella di un adeguato finanziamento del Fondo di intervento riservato agli allevatori che hanno investito nell’acquisto di quote. Nel decreto non c’è traccia dei 500 milioni di euro che il ministro aveva annunciato. Per noi, invece, è indispensabile che queste risorse vengano individuate e rese operative'.
Politi ha elencato le altre proposte della Cia. Ha sostenuto, in particolare, che gli allevatori che aderiscono alla rateizzazione devono rinunciare ai contenziosi giudiziari, come per altro già prevede la legge 119 , che va modificata l’attuale proposta di assegnazione della quota, garantendo, dopo i produttori che hanno avuto la quota b tagliata, gli affittuari di quota e che bisogna prevedere che venga assegnata l’intera quota b e non quella prodotta nella campagna scorsa.
Secondo il presidente della Cia, è necessario, inoltre, abrogare la franchigia del 5% della quantità splafonata, in quanto non sembra equo non considerare chi si è impegnato a mantenere il proprio aumento di quota nei limiti fisiologici, e va modificato l’attuale meccanismo di rateizzazione, introducendo una norma che preveda che l’assegnazione di nuova quota faccia partire il pagamento del debito in modo tempestivo.
Allo stesso modo va anche abrogato l’articolato che, ha rimarcato il presidente della Cia, prevede già nella campagna in corso, cioè in modo retroattivo, la restituzione del prelievo pagato in eccesso anche ai produttori non titolari di quota ed a quelli che abbiano superato il 100% del proprio quantitativo di riferimento individuale. Infine, Politi ha sottolineato l’esigenza che venga introdotta, già in sede di decreto, la normativa della revoca di quota senza attendere un 'regolamento da adottare', come ora previsto, e che siano valutate possibilità di assegnazione di quota per tutte le Regioni italiane, in relazione a possibili categorie di allevatori o di aree da sviluppare.