Altri elementi fondanti la tesi espressa da Coldiretti e Slow Food Italia risiedono nella impossibilità, in ragione dell'attuale livello delle informazioni disponibili, di prevedere le conseguenze di una scelta simile a lungo termine (come il caso Bse ha dimostrato) e nella violazione di quanto disciplinato a livello europeo in materia di benessere animale. A tal proposito, gli esperimenti condotti finora su animali clonati dimostrano che le loro condizioni di vita non rispettano i principi di base del benessere animale, violando la stessa normativa europea in materia, per esempio rispetto alla funzionalità del sistema immunitario, ai livelli di crescita e di fertilità. D'altro canto i Paesi in via di sviluppo, che avrebbero bisogno di incrementare il consumo di proteine animali, non sarebbero beneficiati dalla produzione di animali clonati, non soltanto per gli ingenti costi che essa richiede, ma anche perchè in questo modo essi andrebbero a rafforzare la propria dipendenza da quelli maggiormente sviluppati. Sarebbe molto più importante sostenere i Paesi in via di sviluppo nel mantenimento delle proprie produzioni, soprattutto quelle di sussistenza e di piccola scala. Ed infine, l'aumento di uniformità nel settore della produzione animale danneggerebbe anche la conservazione della biodiversità delle razze animali, non contribuendo certamente al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che la Comunità europea si è posta in tale ambito. La salvaguardia di allevamenti locali e tipici per la produzione alimentare secondo Coldiretti e Slow Food può giocare un ruolo chiave in termini di resistenza alle malattie, oltre che per il mantenimento delle tradizioni e per l'implementazione di economie locali, mentre la clonazione potrebbe rappresentare un passo indietro per lo sviluppo rurale, la sovranità alimentare e la protezione della salute. Il documento di Coldiretti e Slow Food è una risposta all'Efsa che ha richiesto i commenti delle parti interessate e della comunità scientifica, affinché essi contribuiscano alla stesura del parere definitivo richiesto dalla Commissione Europea e che dovrebbe essere pronto per il mese di maggio del 2008.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Coldiretti