“In Italia una considerevole produzione di latte si pone al di fuori dei circuiti ufficiali e non offre certezze in termini di sicurezza alimentare a danno dei consumatori, creando una condizione di forte disparità in termini di concorrenza”. E’ quanto ha denunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini, nel suo intervento alla manifestazione “A difesa del latte italiano” a Brescia, nel sottolineare che “la situazione è divenuta insostenibile per il futuro di una agricoltura che ha scelto con decisione la strada della legalità, della qualità e della trasparenza nel rapporto con i consumatori”. L’applicazione in Italia dell’Ocm del settore lattiero, basata sulle “quote latte” è stata e continua ad essere contraddistinta da gravi comportamenti elusivi degli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria e nazionale. In Italia - si legge nel documento distribuito dalla Coldiretti - sono operanti 48.000 imprese di allevamento da latte moltissime delle quali, circa 32.000, hanno effettuato contratti di acquisto di quota con notevoli investimenti finanziari, altre 15.000 hanno aderito al piano di rateizzazione del debito accumulato. Sono circa 47.000 gli allevatori onesti ma ci sono circa 1.200 aziende che hanno scelto di porsi fuori dalla legalità, producendo enormi quantità di latte prescindendo dall’assegnazione delle quote. Una situazione che ha messo fuori mercato molte aziende considerato che più del 50% delle imprese di allevamento italiane sono situate in zone montane e svantaggiate del Paese, dove svolgono una fondamentale funzione di presidio del territorio e di protezione rispetto ai dissesti idrogeologici.