“La manifestazione di domani a Brescia divide e indebolisce il mondo agricolo italiano. Una protesta che rischia di accentuare le tensioni senza risolvere i problemi veri del settore lattiero-caseario”. Per il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori la protesta di piazza “non è lo strumento idoneo per dare risposte ai produttori di latte che in questi anni hanno operato nella piena legalità". “Oltretutto - rileva Politi - il mancato rispetto delle regole da parte di alcuni non si può  addebitare all’Unione europea. E’ una questione tutta interna che renderà sempre meno forte, sotto il profilo contrattuale, la posizione del governo nazionale nel difficile confronto comunitario sulle prospettive future del settore lattiero-caseraio e sulle quote latte”. Per questa ragione - ha sottolineato - riconfermiamo la richiesta di un Piano strategico nazionale per la zootecnia nel quale il settore del latte trovi adeguato rilievo. Tale piano dovrà essere articolato sul territorio e capace di coniugare interventi istituzionali e progettualità economica dei produttori e degli operatori della filiera”. Secondo, Politi al centro della questione c’è l’annosa vicenda delle quote latte, largamente irrisolta, come testimoniano le “multe” che l'Italia dovrà pagare ancora per la campagna 2006/07: 188,8 milioni di euro, per 47.000 aziende produttrici, di cui solo 680 hanno cumulato prelievi per ben oltre 120 milioni di euro, con una produzione superiore al 100 per cento della propria quota. “Appare un quadro d’instabilità che - ha aggiunto - impone di contrastare con forza tutti i fenomeni di aggiramento delle regole, gravemente distorsivi della competitività e che si riflettono anche nelle tensioni sul prezzo del latte alla stalla. Vanno spezzate quelle ‘triangolazioni’ commerciali che ancora oggi permettono a una minoranza un ‘inquinamento’ del mercato”.