Un aumento dalla stalla alla tavola del 540%. Un rincaro di oltre 5 volte che i consumatori sono costretti a pagare, mentre ai produttori arrivano solo le briciole. Questa è la situazione sul fronte suinicolo denunciata dalla Cia - Confederazione italiana agricoltori che sottolinea come gli allevatori incontrino difficoltà e molti rischiano di chiudere.
Oggi i maiali “made in Italy” vengono pagati agli allevatori con un prezzo (1,2 euro il chilo) pari ad un terzo di quello praticato 5 anni fa. Al consumo, invece, la carne suina arriva, mediamente, a 7,7 euro il chilo. Un prezzo che per il prosciutto, al dettaglio, si moltiplica di 20 volte. Un rincaro così appariscente è l’esempio emblematico di come sulla filiera agroalimentare molte cose non funzionino. Troppi sono i passaggi che dilatano il prezzo. E’ una situazione che sta mettendo a rischio l'intero settore degli allevatori suinicoli, che hanno dovuto subire negli ultimi mesi un aumento dei costi per i mangimi a base di cereali dell'ordine del 40%. La Cia ha chiesto l'intervento del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali per intervenire con urgenza attraverso provvedimenti che permettano di uscire da una profonda crisi.