L’etichetta con l’indicazione obbligatoria del Paese d’origine sulle carni avicole non si tocca. Anzi, è indispensabile che anche le carni suine e bovine, abbiano la loro “carta d’identità”. E’ quanto sostiene la Cia - Confederazione italiana agricoltori che giudica positivamente l’iniziativa congiunta dei ministeri della Salute e delle Politiche agricole che intendono contrastare la decisione della Commissione Ue che ha invitato l’Italia ad abolire il provvedimento sull’etichettatura del pollo. Per la Cia la posizione è priva di fondamento, visto che l’indicazione d’origine sul pollame non comporta problemi per gli altri produttori europei. E' stato proprio questo sistema di tracciabilità a ristabilire un clima di fiducia tra i consumatori di fronte alla grave emergenza provocata dalla psicosi dell’influenza aviaria. Il dictat della Commissione - avverte la Cia - appare inconcepibile soprattutto in un momento in cui negli Usa la commissione Agricoltura della Camera ha approvato una norma che consente l’attuazione completa dell’etichettatura obbligatoria di origine della carne. Una norma prevista dal “Farm bill” del 2002. (Foto/Cia)