Confagricoltura prende atto, con rammarico, della decisione di Bruxelles che ha bloccato il sistema di etichettatura delle carni e dei prodotti avicoli italiani, ma stigmatizza ancora una volta la necessità di avere in sede comunitaria un chiarimento politico sulla questione, e sul sistema di identificazione dell’orinine dei prodotti agricoli. “Sono ormai sempre più frequenti - rimarca Confagricoltura - i casi di contrasto tra le normative nazionali e quelle comunitarie”. La misura, messa in atto unilateralmente dalle Autorità Nazionali italiane doveva permettere di limitare gli ingenti danni accusati dal settore nazionale (oltre 400 milioni di euro) all’epoca della crisi dell’influenza aviaria. “E’ necessario - dice Confagricoltura - ristabilire un equilibrio tra le politiche di valorizzazione dei prodotti, per avere una linea omogenea da seguire. Non si comprende il criterio adottato dalla Commissione Ue che permette ai produttori di uova di apporre i riferimenti dell’allevamento, della provincia e della regione o dell’area territoriale dove è deposto l’uovo, mentre nega tale possibilità all’allevatore di polli, tacchini e anatre. Tutto questo crea confusione nel consumatore”.