A questo proposito Marino Perelli, presidente di Arvan, tra i massimi esperti del settore, la pensa così.
Presidente, secondo stime recenti, il 2005 si chiude in rosso per il mercato dei fertilizzanti con un calo generalizzato delle vendite rispetto al 2004. Quali sono i dati e quali, secondo lei, i fattori che hanno determinato la crisi, se di crisi si può parlare?
“La crisi c’è e lo dicono gli operatori del settore: più del 77% - secondo un’indagine da noi effettuata - ritiene che il mercato sia in crisi. Sebbene ci sia stata una lievissima ripresa negli ultimi mesi, l’impiego di fertilizzanti tende a diminuire e la causa va attribuita soprattutto, ma non solo, a tre fattori economici generali. Innanzitutto le difficoltà che colpiscono l’agricoltura e che spingono a cercare di risparmiare, ad esempio riducendo le concimazioni. Poi il nuovo regime degli aiuti comunitari che ha portato a una riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli. Di conseguenza è diventato economicamente più conveniente limitare le concimazioni, anche se questo comporta un contenimento delle produzioni, che sono oggi in grado di pagare quantità inferiori di fertilizzanti.
Infine il sistema degli aiuti a superficie ha fatto sì che il terreno venga affidato a contoterzisti, che effettuano la coltivazione a loro spese e vengono retribuiti con la totalità del prodotto, mentre il proprietario percepisce solo l’aiuto comunitario. E’ ovvio che chi ha in gestione il terreno per una sola stagione è interessato solo a sfruttarlo al massimo, tra l’altro limitando la fertilizzazione a un po’ di azoto in copertura che dà risultati immediati”.
Con la riduzione dell’impiego dei fertilizzanti, quali ripercussioni si possono registrare?
“La conseguenza dei fattori prima descritti è un progressivo impoverimento della fertilità dei terreni. A questo proposito è interessante citare l’incipit della nuova normativa spagnola sui fertilizzanti: “Il terreno agricolo è una risorsa inestimabile e limitata, il cui attuale potenziale agronomico si deve al lavoro umano sviluppatosi attraverso i secoli. La degradazione irreversibile di questa risorsa comporta non solo la distruzione del bene più prezioso per i coltivatori, ma anche un’ipoteca sulle opportunità agricole delle future generazioni. Per questo motivo, la protezione del suoli costituisce un obiettivo prioritario di una buona concimazione, finalizzata a garantire la fertilità e il valore agronomico, presente e futuro del terreno”.
Anche in Italia sono in corso modifiche alla normativa sui fertilizzanti per adeguare la legge 748/1984 al regolamento CE 2003/2003. Una delle le novità principali riguarderà l'istituzione del Registro dei Fabbricanti di fertilizzanti. Può dirci qualcosa sull'iter di questa normativa, sui tempi di approvazione e sui cambiamenti cui andranno incontro le aziende produttrici, in termini di pratiche aggiuntive e di costi?
“Con la legge 62/2005 è stata data una delega al Governo per emanare un decreto legislativo di adeguamento della normativa italiana a quella comunitaria. Tra settembre e dicembre ci sono state molte riunioni, in cui erano coinvolti anche i rappresentanti di agricoltori, commercianti e produttori, per definire la nuova norma. L’attività è ripresa nelle scorse settimane e sembra che si voglia procedere all’emanazione entro il termine previsto dalla legge delega, che è il 12 maggio prossimo. La norma è però decisamente negativa sia nel merito che nelle modalità di emanazione. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, va ricordato che la proposta in via di approvazione eccede ampiamente la delega, non rispetta le procedure previste dall’Unione Europea ed è stata predisposta senza consultare le Regioni. Queste gravi violazioni procedurali potranno portare facilmente all’annullamento e/o alla disapplicazione del decreto, e non ci sono i tempi per sanarle.
Va inoltre osservato che gli allegati alla legge sono stati predisposti solo dalla burocrazia ministeriale, senza sentire le parti interessate, e si presentano piuttosto confusi e spesso in contraddizione con la normativa europea. Anche l’istituzione di un “Registro dei Fabbricanti di fertilizzanti” finge di realizzare la tracciabilità richiesta dall’Unione Europea (e dal mercato), ma crea solo ulteriori adempimenti burocratici ancor meno sostanziali e meno utili di quelli già tristemente sperimentati con il cosiddetto “Registro dei fertilizzanti utilizzabili in agricoltura biologica”.
Sono inoltre previsti degli oneri economici che colpiranno in particolare i produttori di fertilizzanti organici e quelli che offrono una gamma più completa. Questi costi, inevitabilmente, andranno poi a gravare sugli agricoltori, aggravando la disaffezione ai fertilizzanti di cui si è detto prima, e favorendo il circuito perverso della crisi”.
Il DM 2 dicembre 2005 ha aggiornato la normativa sui fertilizzanti, inserendo i due concimi organici a base di alghe; gli stessi prodotti possono essere impiegati quali materie prime per concimi organominerali. Che risvolti pratici ha questa nuova norma?
“E’ sicuramente positivo che finalmente siano stati regolamentati anche in Italia i fertilizzanti a base di alghe. Questi prodotti esistevano già, ed erano ampiamente utilizzati. Dal punto di vista tecnico non cambierà molto, salvo ma vi sarà sicuramente una maggiore chiarezza sul mercato e si potrà finalmente usufruire dell’IVA al 4% anche per questi fertilizzanti.
Purtroppo l’uso di alghe è ancora proibito negli ammendanti, ma sembra che si vi sia la volontà di correggere anche questa stortura”.
Parliamo di agricoltura biologica. Quali possono essere le ricadute per il mercato dei mezzi tecnici, in particolare per la commercializzazione dei prodotti, dopo le modifiche all'articolo 38 DPR 290/00?
“L’improvvida modifica dell’art. 38 colpisce innanzi tutto lo zolfo e il solfato di rame, che peraltro molti produttori hanno già iniziato a commercializzare come fertilizzanti, ai sensi della normativa vigente, senza modificarne la composizione. Altri prodotti, come l’olio di Neem e la propoli, verranno inseriti in fertilizzanti, organici o a base di microelementi.
In tutti i casi non sarà possibile rivendicare l’effetto antiparassitario e non sarà più obbligatorio indicare le modalità di impiego sulle confezioni. La confusione quindi aumenterà sicuramente. Tra l’altro la ‘trasformazione’ in fertilizzanti di molti antiparassitari provocherà un apparente crollo dell’impiego di questi ultimi, su cui dobbiamo aspettarci valanghe di infondate celebrazioni”.
- La normativa sui fertilizzanti http://lexgest.imagelinenetwork.com/leggi.cfm?codici=Q
- L’alga marina come fertilizzante http://fertilgest.imagelinenetwork.com/bdelementi.cfm?dettaglio=alga%20marina
- Elenco delle aziende produttrici di fertilizzanti http://fertilgest.imagelinenetwork.com/contatti.cfm
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Fonte: Agronotizie