Spesso l'Epa statunitense (U.S. Environmental Protection Agency) viene presa come esempio virtuoso per la sua efficienza, pragmaticità e tempestività nel mettere a disposizione degli agricoltori mezzi tecnici all'avanguardia pur garantendo un elevato livello di sicurezza per l'uomo e l'ambiente. In particolare il meccanismo europeo dei cut-off che fissa delle soglie prive di significato tossicologico (un esempio per tutti lo 0,1 microgrammi/L come soglia di concentrazione nelle acque sotterranee) priverebbe gli agricoltori di mezzi tecnici che i loro concorrenti extra-europei possono ancora utilizzare diminuendo i costi. Ma è veramente così? 

 

Il data call-in

Il meccanismo del data call-in, auspicato in Europa e utilizzato negli Stati Uniti consiste nella revisione periodica dei principi attivi dove le autorità analizzano le informazioni disponibili e pubblicano una lista di studi che i notificanti si devono impegnare ad effettuare e a presentare entro una certa data.

La condivisione obbligatoria dei dati non è, come in Europa, limitata ai soli studi sui vertebrati e ciò consente in generale una riduzione dei costi con vantaggi sia per le imprese che per gli agricoltori.

 

Uno degli ultimi Dci (Data Call In) riguardava l'erbicida Dcpa, una vecchia conoscenza che sotto il nome di chlorthal-dimethyl è stato revocato in Europa nel 2009 per via della contaminazione delle acque sotterranee da parte dei suoi metaboliti, eventualità che negli Stati Uniti non sarebbe probabilmente successa in quanto adottano una soglia in funzione delle proprietà tossicologiche e non un limite "burocratico" (0,1 microgrammi/litro) come in Europa.

 

Negli Stati Uniti, 14 anni più tardi il prodotto viene revocato perché i produttori non si sono impegnati ad effettuare gli studi per determinare se il prodotto è un perturbatore endocrino, in particolare se ha effetti indesiderati sulla tiroide. Questi studi vengono richiesti anche in Europa, solo che negli Stati Uniti avrebbero concesso 3 anni di tempo, in Europa se ne concedono 2,5.

 

Revisione periodica

Un altro prodotto revocato nella Ue addirittura 20 anni fa, nel 2003, l'acephate, "resiste" ancora negli Stati Uniti, i quali lo stanno rivedendo e hanno proposto diverse restrizioni d'uso per via delle sue note caratteristiche di neurotossico. Il termine della sua revisione è previsto per il 2024-2026.

 

Nuove sostanze attive

Prendendo come esempio l'erbicida riso pyraclonil, recentemente autorizzato negli Stati Uniti, notiamo come invece la valutazione effettuata dall'Epa sia più accurata di quanto non accada in Europa.

 

Nel caso specifico la valutazione del rischio ha interessato gli effetti indesiderati per l'uomo ma è nella parte ecotossicologica che si vedono le maggiori differenze: le specie analizzate dall'Epa per gli effetti indesiderati sono decisamente in numero maggiore di quanto non si effettui in Europa e l'analisi della biodiversità, che in Europa abbiamo appena abbozzato nel rinnovo dell'approvazione del glifosate, è una pratica quasi di routine. Lo vedremo in Europa? Per adesso non compare in nessuna banca dati, in futuro chissà. Con la carenza di mezzi tecnici che abbiamo sul riso, sarebbe sicuramente il benvenuto.

 

Tempi certi

Nella valutazione scientifica è difficile vedere un vincitore, gli approcci sono diversi ma in alcuni punti vince l'Epa, in altri vince l'Efsa. La vera differenza è il rispetto delle tempistiche che è rigoroso negli Usa (quasi sempre) mentre in Europa è assolutamente deficitario.

 

Conclusione

È nostra intenzione fornire ai nostri lettori uno sguardo oltreoceano per confrontare ulteriormente i due sistemi autorizzativi e identificare possibili innovazioni che potrebbero sbarcare in Europa.

 

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