Insetti, funghi, batteri, plasmidi e virus mostrano forti capacità di adattamento ai nuovi luoghi e possono rapidamente colonizzare interi territori forti del fatto che non hanno predatori, come accade per esempio nel caso degli insetti, o per la scarsa conoscenza della minaccia parassitaria.
Per tali ragioni sono numerosi gli organismi che negli anni si sono affacciati sugli scenari italiani, causando gravi danni alle colture agrarie e a piante d'alto fusto.
Di seguito, una breve sinossi di alcuni di essi.

Moscerino asiatico (Drosophila suzukii)
Questo temibile insetto attacca diverse varietà frutticole tra cui ciliegie, pesco, albicocco, susino, actinidia, kaki, piccoli frutti e vite. Originario del sud est-asiatico in poco tempo si è rapidamente diffuso in molti paesi dell’Europa. Sfugge ai climi molto rigidi per cui riesce a svilupparsi e diffondersi nei luoghi sia caldi sia freddi. Ha un ciclo corto, per cui può eseguire diverse generazioni in un anno. Il suo danno è creato dalle  punture dell’insetto che provocano una rapida marcescenza dei frutti. Esistono diversi preparati commerciali per la difesa da questo insetto, ma l’attacco verso la fase di raccolta crea problemi per via delle carenze dei prodotti.

Vespa cinese (Dryocosmus yasumatsu)
Originario della Cina, si sta velocemente diffondendo su molti areali italiani. Una vera piaga per la coltura del castagno dove questo insetto risulta essere il fitofago più dannoso ad oggi conosciuto. Non determina la morte delle piante, ma ne limita enormemente lo sviluppo vegetativo e la fruttificazione creando delle galle nelle foglie. Queste derivano dalle larve nate da uova deposte l’anno precedente all’interno delle gemme. Non esistono insetticidi contro questo insetto ma è possibile eseguire una lotta biologica con un insetto utile, il Torymus sinensis, che è in grado di parassitizzare le uova della vespa.

Cimice dei frutti (Halyomorpha halys)
Insetto estremamente polifago, è anch'esso di origine asiatica. Si sta diffondendo in diverse parti del Mondo tra cui anche in Italia. Le prime presenze diventate subito preoccupanti sono state rilevate nel territorio modenese e subito dopo nel ferrarese creando notevoli danni in particolare alle colture di melo e pero. Questa cimice è in grado di attaccare fruttiferi, vite, cereali, colture ortive, colture estensive come soia e girasole e altre piante, anche ornamentali. Al momento non esistono prodotti autorizzati contro questo insetto e quelli che possono avere una certa efficacia non sono indicati nelle attuali strategie di difesa delle piante, pertanto il suo controllo non è cosa facile.

Flavescenza dorata (Scaphoideus titanus)
Divenuta ormai da tempo endemica in molte zone italiane, si manifesta con ingiallimenti o arrossamenti delle nervature delle foglie a partire dalla metà di giugno a seconda delle temperature, colpendo l’intera pianta o anche solo una zona localizzata. La parte colpita si evidenzia anche per i grappoli dissecati. Il vettore principale di questo fitoplasma è la cicalina Scaphoideus titanus per la quale esiste ormai da tempo l’obbligo di applicare una difesa mirata all’insetto.

HLB (Huanglongbing)
Fortunatamente al momento non risulta presente in Europa, ma è indispensabile una determinante prevenzione onde evitare colonnizzazioni come in Asia, Africa e America. Gli HLB, ovvero i batteri distruttivi degli agrumi, colpiscono in particolare arancio, mandarino, pompelmo e limone. Inducono deperimento fogliare con colorazione gialla simile a carenza da microelementi, frutti piccoli e deformi e asimmetrici. Si trasmette tramite materiale infetto e punture di psille. Non esistono mezzi di lotta se non una strategia preventiva basata sul contenimento delle psille con insetticidi, estirpazione delle piante infette e utilizzo di materiale di propagazione sano.