Le Regioni ribadiscono al ministro Galan il proprio no alle coltivazioni Ogm in Italia. L'occasione è stata la seduta di ieri 9 dicembre della commissione Politiche agricole ed il successivo comitato tecnico agricolo, "nel quale – spiega il coordinatore della commissione, l'assessore della Regione Puglia Dario Stefanoil ministro Galan aveva arbitrariamente reintrodotto in discussione questo argomento".

In una lettera indirizzata e consegnata ieri 9 dicembre al titolare del ministro delle Politiche agricole, sono state spiegate le ragioni del no. "Abbiamo ribadito - prosegue Stefano - che l'intesa sulle linee guida sulla coesistenza tra produzioni tradizionali e quelle geneticamente modificate è stata già ritirata dalla conferenza delle Regioni e delle province autonome il 7 ottobre scorso. In più, in quella stessa sede fu approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva ai ministeri competenti di procedere all'attivazione della clausola di salvaguardia, a norma dell'art.23 della direttiva Ce 18/2001, nei confronti delle varietà geneticamente modificate, in analogia con quanto già fatto da altri Paesi quali Austria, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo e Ungheria".

"L'attivazione della clausola di salvaguardia – prosegue l'assessore Stefano - rappresenta l'unico strumento che in modo inequivocabile può portare al raggiungimento dell'obiettivo di mantenere tutte le Regioni italiane libere da coltivazioni transgeniche". "Siamo perplessi di fronte alle resistenze del ministro Galan ad accogliere ed aderire ad una richiesta chiara ed unanime delle regioni. in ultimo  - conclude Stefano - il ricorso alla clausola di salvaguardia da parte del nostro Paese rappresenta anche quella alternativa alle linee guida sulla coesistenza, così da adempiere alla sentenza del Consiglio di Stato n. 183/2010".