Numerose e variegate le reazioni delle organizzazioni e delle istituzioni del mondo agricolo alla pubblicazione del documento dell'Accademia Pontificia delle scienze 'Le piante transgeniche per la sicurezza alimentare nel contesto dello sviluppo' e alla relativa precisazione del portavoce Padre Lombardi.

Il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, è tornato sul tema Ogm: "Ritengo limitante che ogni Regione possa dire la sua, seppure assieme a tutte le altre, su di un tema, qual è quello degli Ogm, che coinvolge la scienza, la tecnologia, la ricerca, i bisogni vitali dell'umanità: in breve, il futuro stesso del pianeta".

Sulla question Ogm e Vaticano si è espressa anche la Coldiretti tramite il presidente Sergio Marini: "Siamo grati per la precisazione che pone fine alle rituali strumentalizzazioni dei troppi interessati che, sulla questione Ogm, provano inutilmente a tirare il Vaticano per la giacca".

"Gli Ogm non risolvono i problemi dei Paesi più poveri, né sono la panacea per combattere e vincere la fame del mondo" ha dichiarato la Cia, che sottolinea come l'unica soluzione praticabile sia "più agricoltura".

"Non vorremmo che dietro alle nuove tensioni che si stanno registrando sui mercati delle materie prime alimentari ci siano quelle multinazionali che spingono per le loro sementi geneticamente modificate. Altrimenti si finiscano per determinare scelte a vantaggio di pochi" ha detto il presidente Giuseppe Politi.

Politi si dice preoccupato per la situazione veramente esplosiva che si registra in molte aree del pianeta sotto il profilo alimentare. "La soluzione Ogm - ha sottolineato - non è percorribile. Bisogna battere altre strade: occorre prima di tutto abbandonare il vecchio tipo di cooperazione internazionale che puntava solo sull'assistenza ai poveri della Terra. Si portano derrate alimentari, mentre le agricolture di questi Paesi non vengono affatto sviluppate. Bisogna, invece, procedere in maniera completamente diversa. Dobbiamo aiutare i Paesi poveri a migliorare le loro agricolture attraverso seri e moderni programmi di coltivazione. Solo così si possono accrescere le produzioni. E per fare ciò non servono gli Ogm, che finirebbero solo per appiattire l'agricoltura e la sua fondamentale biodiversità".

"D'altronde, l'agricoltura europea e quella di altre aree industrializzate si è sviluppata senza l'ausilio degli Ogm - ha concluso il presidente della Cia - E penso che bisogna continuare in tale direzione".