"Maneggiando il concime si può prendere la legionella": è questa l'ultima notizia sui concimi comparsa su Internet. Commenta Luigi Graziano, presidente dell'Associazione italiana fertilizzanti: "Chi ha diffuso in Italia la notizia, attribuita alla prestigiosa rivista medica Lancet, probabilmente ha visto una nota della Bbc, che peraltro citava correttamente che la fonte di infezione sarebbe stata il compost, non un concime".
L'articolo comparso sul 'Lancet' (e quelli citati in esso, perché non sarebbe il primo caso), spiega che si tratta in particolari di substrati con elevate percentuali di compost da rifiuti, che probabilmente non era stato assoggettato ad una fermentazione quale quella prevista dalle normative italiane.
Che il compost debba essere fatto con attenzione è certo, così come è certo che la produzione casalinga non può garantire gli standard igienici degli impianti industriali. Le norme italiane impongono un trattamento di 90 giorni o più, di cui almeno tre a temperatura superiore a 55°C e una verifica finale del contenuto in microrganismi pericolosi. Tutto ciò, evidentemente, non è possibile negli impianti casalinghi.
Graziano evidenzia che sulla stampa non specialistica si continui a fare una terribile confusione tra i diversi prodotti utilizzati in agricoltura: infatti, sottolinea, "nell'articolo di Lancet, così come nel servizio della Bbc, non vengono mai nemmeno citate incidentalmente le parole 'concime' o 'fertilizzante'".
La notizia lanciata su Internet afferma anche che la Royal horticultural society (Rhs) avrebbe "diffuso un avviso circa il rischio di contrarre la legionella in questo modo". In realtà la Rhs ha pubblicato una pagina precisando che il rischio di infezioni da substrati è molto ridotto ("very low"). Nella stessa pagina, la meritoria associazione inglese fornisce comunque utilissime informazioni per una manipolazione sicura dei materiali impiegati nel giardinaggio.
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