La decisione della Commissione europea di riconoscere agli stati membri la scelta di consentire o vietare la coltivazione di piante geneticamente modificate (Ogm) è "una notizia positiva e in linea con quanto anche da noi auspicato" e "costituisce una novità particolarmente significativa, che va accolta con soddisfazione". E' il commento del presidente di Legacoop Agroalimentare, Giovanni Luppi.

Soddisfazione anche da Federbio: "L'approvazione della Commissione europea del pacchetto legislativo in tema Ogm - commenta Paolo Carnemolla, presidente di Federbioè un passo importante che permette  a ciascuno stato di assumersi la completa responsabilità di autorizzare, restringere o proibire la coltura di Ogm. Partendo dal fatto che l'agricoltura biologica è l'unica forma di agricoltura 'Ogm free', che esclude i prodotti provenienti da ingegneria genetica in ogni fase della produzione e trasformazione, questa decisione - aggiunge Carnemolla - è un'ulteriore opportunità che permette in particolare al nostro Paese di proseguire la strategia nel nome della tutela dell'agricoltura Made in Italy e del biologico italiano".

Cautela invece dal Pd: "La recente decisione della Commissione europea, ed i documenti ad essa allegati, vanno esaminati con attenzione prima di produrre affrettate prese di posizione" ha detto Susanna Cenni, deputata Pd in Commissione Agricoltura alla Camera e prima firmataria della proposta di legge del Pd sulla agrobiodiversità, che sottolinea l'importanza di un "confronto serio e innovativo".
"Protezione da ogni rischio di inquinamento genetico, tutela dei consumatori e dell'agricoltura biologica, ricerca pubblica a disposizione dell'agricoltura italiana, etichettatura e tracciabilità dei nostri prodotti agroalimentari": sono questi i temi sui quali Susanna Cenni si augura che si inizierà a lavorare al più presto.

Decisamente negativo il parere dell'associazione Equivita: "L'approvazione della Commissione europea è un doppio raggiro dei cittadini europei in quanto rende impossibile limitare la contaminazione tra cibi convenzionali e Ogm, e rappresenta, di fatto, una liberalizzazione degli Ogm in Europa".