"Finalmente una risposta chiara all'annoso problema degli Ogm in agricoltura. La Commissione Ue ha impresso una svolta molto importante alla sua strategia in materia di biotech. La proposta presentata oggi mostra un atteggiamento che dimostra buonsenso, grande sensibilità nei confronti dei cittadini europei e pieno rispetto della sovranità nazionale". Così si è espresso il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi sulla posizione dell'esecutivo comunitario che, attraverso il pacchetto normativo presentato dal commissario alla Salute John Dalli, ha fatto proprie le indicazioni venute lo scorso febbraio dal presidente Josè Manuel Barroso.
"E un fatto estremamente positivo che - aggiunge Politi - il governo comunitario non abbia voluto imporre la coltura del biotech in Europa e, invece, abbia voluto riconoscere l'autonomia dei singoli Stati. Una proposta che non è azzardato definire storica e che prende atto della forte opposizione dei cittadini europei agli Ogm, dimostrata più volte".
"Per questa ragione - rileva il presidente della Cia - condividiamo pienamente la proposta che, di fatto, modifica le norme in materia di coltivazione degli organismi geneticamente modificati e le rende realmente rispondenti al principio di sussidiarietà".
"La proposta Ue rafforza la posizione del nostro Paese, dove - rimarca Politi- c'è una precisa legge che impedisce di seminare prodotti biotech e che, quindi, ogni violazione, va perseguita e condannata".
"Davanti a questo scenario non possiamo che ribadire - afferma il presidente della Cia - che l'agricoltura italiana, tipica e diversificata, non ha certo bisogno degli Ogm e che è possibile produrre colture proteiche libere da biotech, con beneficio per l'ambiente e la salute, nonché per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori".
"La nostra contrarietà al biotech - sottolinea Politi - non è ideologica. E' invece dettata dalla consapevolezza che l'utilizzazione degli Ogm può annullare l'unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: quello della biodiversità. Chiediamo alla scienza di continuare a contribuire alla crescita di questo tipo di agricoltura. E questo lo si può senza ricorrere agli Ogm, come, d'altra parte, è avvenuto fino ad oggi con risultati molto importanti".
Anche la Confeuro, tramite le parole del suo presidente Rocco Tiso, esprime grande soddisfazione per la decisione presa in sede europea.
"La proposta di Bruxelles - sottolinea Tiso - assume una doppia valenza: da una parte pone gli Stati membri di fronte alle loro responsabilità, dall'altra permette alle autorità nazionali, regionali o locali di considerare il più possibile, in materia di coltivazione, la volontà dei produttori e dei loro consumatori".
"E' necessario - conclude Tiso - consolidare la sperimentazione e le verifiche in questo campo. L'Italia non potrà in futuro trovarsi a pagare distanze difficilmente recuperabili in un terreno cruciale come la ricerca tecnologica in campo agro-alimentare".
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Fonte: AgricolturaOnWeb