Gli Stati Membri dell'Unione europea sono stati chiamati a recepire la Direttiva sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Entro tre anni, i singoli Paesi dovranno selezionare "Indicatori di Rischio" in grado di misurare e valutare l'impatto generato dai Piani adottati su scala nazionale per ottemperare agli obiettivi normativi. Il traguardo desiderato è quello di "ridurre i rischi e gli impatti dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari sulla salute umana e sull'ambiente e incoraggiare lo sviluppo e l'introduzione della difesa integrata e di approcci o tecniche alternative al fine di contenere la dipendenza dall'utilizzo di prodotti fitosanitari" (Consideratum n°5, Dir. 128/09/CE).

L'esigenza di nuovi Indicatori di Rischio

La normativa stabilisce un uso sostenibile dei PPP, Plant Protection Products, inclusa la riduzione del rischio generato dall'interazione degli agrofarmaci con l'ambiente, dalla produzione allo smaltimento. Nello specifico la Direttiva pone l'accento sulla fase di impiego con misure ad hoc per contenere i rischi di contaminazione dovuti all'inefficienza delle attrezzature usate per la distribuzione dei PPP, all'insufficiente livello di conoscenza del rischio, a pratiche produttive incompatibili, oppure alla presenza di aree paesaggistiche esposte e di gruppi di popolazione vulnerabili.

Il successo delle strategie di mitigazione elaborate da ciascun Paese tenendo conto dello specifico contesto locale, e l'efficacia nel contenimento del rischio per la salute umana e per l'ambiente, possono essere valutati selezionando appropriati Indicatori di Rischio. 

In linea con la definizione di sostenibilità (Commissione Brudtland, 1987) l'uso sostenibile degli agrofarmaci deve essere inteso oggi in un'ottica più ampia per la quale i benefici da valutare non sono solamente ambientali, ma anche sociali ed economici. Gli attuali Indicatori di Rischio non prendono nel dovuto conto questi aspetti, ma si basano in gran parte su misure quantitative, ad esempio stimano i volumi di agrofarmaci impiegati e la frequenza delle applicazioni, oppure sono intesi come strumenti di misura per il momento finale di un processo, (possono rilevare la presenza di possibili residui di agrofarmaci nei corsi d'acqua). Indicatori così concepiti non permettono una corretta valutazione della riduzione del rischio raggiunta attraverso l'applicazione delle Buone Pratiche Agricole o di altre misure di mitigazione (fasce tampone, ugelli antideriva, maniche d'aria per irroratrici a barra e così via). Un altro handicap degli Indicatori attualmente disponibili è che, seppure concepiti per valutare l'impatto degli agrofarmaci possono stimare solamente l'esposizione, non il rischio, dato che in campo è particolarmente difficile misurarne l'entità. 

In Europa alcuni studi stanno valutando la "bontà" degli indicatori disponibili e, se utili, la possibilità di potenziarne le prestazioni; tra questi c'è ad esempio il CAPER (Concerted Action of Pesticide Environmental Risk Indicators, Reus et al., 1999;2002) e il progetto di ricerca HAIR (Harmonised environmental Indicators for pesticide Risk).

Come da premessa la sostenibilità deve essere intesa in un contesto più ampio, ambientale, economico e sociale, mentre gli attuali Indicatori si basano spesso su presupposti anacronistici rispetto ai dati che sarebbero necessari per rispondere agli obiettivi preposti, inoltre non riflettono gli odierni rischi per i differenti settori, pertanto è necessario un approccio più avanzato e sistemico. 

Gli Indicatori di Rischio devono essere selezionati per assistere gli Stati Membri nell'adempimento della Direttiva sull'uso sostenibile con i seguenti scopi:

  • costituire uno strumento informativo per i decisori politici perché siano in grado di stabilire quali misure di mitigazione minimizzino gli impatti ambientali degli agro farmaci;
  • formare i coltivatori sulle pratiche più ecocompatibili da adottare in campo;
  • stimare le prestazioni ambientali ottenute con l'applicazione delle misure di mitigazione;
  • valutare come i PPP impattano sulla qualità dell'acqua e sugli organismi.

Per realizzare questi obiettivi sarà necessario affrontare una serie di fasi successive:

  1. identificare le cause delle esposizioni e dei rischi;
  2. definire l'obiettivo/livello di riduzione del rischio;
  3. raccogliere i dati disponibili sugli attuali Indicatori ;
  4. adottare soluzioni che possono rivolgersi alle cause dell'esposizione e quindi ridurre il rischio;
  5. valutare le misure di mitigazione applicate e considerare l'opportunità di ripeterle o migliorarle.

Concludendo, il Consideratum n°20 della Dir. 128/09 stabilisce la creazione di indicatori di "rischio armonizzati che saranno definiti a livello comunitario. Gli Stati membri dovrebbero utilizzare tali indicatori per la gestione dei rischi in ambito nazionale e a fini di comunicazione. La Commissione dovrebbe invece calcolare indicatori per valutare i progressi a livello comunitario…Oltre agli indicatori armonizzati comuni, gli Stati membri dovrebbero essere autorizzati ad applicare i propri indicatori nazionali".

Il ruolo del Centro di ricerca OPERA

Il Centro di ricerca OPERA ha confermato l'importanza del processo di armonizzazione sottolineando allo stesso tempo che le strategie e gli Indicatori di Rischio devono anche essere diversificati a seconda del Paese o delle aree geografiche.

Il Centro ha il compito di stabilire le strategie prioritarie e gli Indicatori di Rischio che consentono la concreta applicazione della Direttiva e le migliori condizioni di operatività dei principali soggetti interessati; per questo è stato incaricato di preparare un resoconto sugli Indicatori di Rischio disponibili e di definire le possibili alternative. Perché OPERA possa effettivamente fornire un indirizzo finale è stato realizzato un questionario da sottoporre alle varie rappresentanze dei singoli Stati Membri. Esso si compone di domande (ad es. qual è la più importante serie di dati di cui disponete e che vorreste usare nel calcolo degli Indicatori di Rischio?) attraverso le quali comporre una raccolta di dati ottenuti da tutti gli "stakeholders" interessati per approdare alla definizione di Indicatori di Rischio migliori. Il modulo è disponibile nel sito ufficiale di OPERA www.opera-indicators.eu. Alla voce "Members'area" OPERA invita le parti coinvolte nell'applicazione del "Pacchetto pesticidi" a riferire le proprie opinioni. Altre specifiche richieste o dati possono essere inoltrati all'indirizzo info@opera-indicators.eu.

Conclusioni

Gli Indicatori di Rischio disponibili in Europa hanno ciascuno una propria finalità e rispondono a specifiche metodologie, tuttavia, al momento non è disponibile un indicatore valido in modo universale utile a monitorare e valutare le politiche ambientali applicate.

L'uso di Indicatori comprensivi dei maggiori aspetti della sostenibilità sarà cruciale per misurare il successo complessivo delle strategie di mitigazione.

 

A cura di Erica Màttera, corrispondente italiano per OPERA

European Observatory on Pesticide and Risk Analysis

Research Centre of Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

OPERA - European Observatory on Pesticide Risk Analysis

Opera  - European Observatory on Pesticide Risk Analysis - sostenibilità in agricoltura

www.opera-indicators.eu

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OPERA è un organismo accademico indipendente che intende contribuire allo sviluppo delle migliori pratiche agro-ambientali, assistere l'implementazione delle migliori idee e divulgare i migliori risultati delle ricerche. L'obiettivo di OPERA è quindi fornire raccomandazioni a tutti i decisori, dagli imprenditori agli amministratori del territori, al fine di migliorare l'efficacia delle politiche agricole in tutta l'Europa.

 

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