“Il danno economico per agricoltori e allevatori sarà pesantissimo”. Questo il commento di Confagricoltura sul decreto ministeriale, entrato in vigore il 1° luglio, che adotta misure d’emergenza per contrastare la diffusione della Diabrotica virgifera, il coleottero parassita che ha colpito pesantemente le coltivazioni di mais.
 
Recita il decreto: “nei campi di mais sia attuata una rotazione delle colture per cui per ogni periodo di tre anni consecutivi il mais è coltivato una sola volta, oppure nell’intera zona del focolaio (per un raggio di almeno 1 km) non è coltivato per i due anni successivi all’ultimo anno in cui si è verificata una cattura”.
“Questo significa - sottolinea Vecchioni - non poter coltivare mais il prossimo anno in tutta la Lombardia e in parte del Piemonte e del Veneto: dove la Diabrotica ha aggredito pesantemente i campi, complice il divieto di trattamento del seme con insetticidi neo-nicotinoidi”.
 
Per Confagricoltura le restrizioni imposte dal nuovo decreto anti-diabrotica porteranno ad una riduzione del 40% della produzione maidicola nazionale nel 2010, costringendo l’Italia ad importare non meno di 5 milioni di tonnellate di granturco (equivalente a circa 700 milioni di euro).
“Vietare la coltivazione di mais nelle zone colpite dall’insetto – sostiene il presidente Federico Vecchioni - è penalizzante per i produttori e non risolve il problema”.
 
L’aver messo al bando i prodotti mirati a trattamento fitosanitario, per i loro presunti effetti dannosi sulle api, ha creato le condizioni per l’apertura di una crisi gravissima nel settore dell’alimentazione zootecnica: il mais è l’alimento base per i bovini, i suini ed il pollame. “Ora al divieto di trattare il seme si aggiunge quello temporaneo di coltivazione, e chi non lo rispetta verrà pesantemente multato - conclude Vecchioni -. La crisi che stanno attraversando gli allevamenti di vacche da latte e da carne, sarà accentuata dall’impossibilità di autoapprovvigionarsi con il mais coltivato in proprio”.
La "Diabrotica Virgifera" è un insetto killer che distrugge le coltivazioni di mais. Di origine Nord Americana, il parassita è arrivato a Belgrado, in Serbia, sui carrelli degli aerei americani durante la guerra della ex Jugoslavia. Dall’est europeo si è diffuso anche nel nostro Paese, mettendo in pericolo i raccolti di mais di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.