“Ogni prodotto deve essere accompagnato da una scheda di sicurezza contenente le informazioni che consentono agli utilizzatori professionali di adottare le misure necessarie per la protezione della salute, della sicurezza e dell’ambiente sul luogo di lavoro. La scheda di sicurezza deve contenere alcune informazioni obbligatorie circa la composizione e la tossicologia degli ingredienti, delle misure da adottare in caso di fuoriuscita accidentale e misure di pronto soccorso". Così Marco Rosso, direttore di
Agrofarma, l'Associazione che rappresenta le imprese del comparto agrofarmaci aderente a Federchimica, interviene sul tema delle Schede di sicurezza e sull'importanza di una correzza informazione a tutela degli operatori e dell'ambiente.
"La scheda di sicurezza, pur essendo un onere, resta comunque un’opportunità per informare e attuare una prima prevenzione - continua Rosso -.
In base alla normativa vigente, tutti i titolari di autorizzazione devono fornire ai distributori di agrofarmaci la scheda di sicurezza e i distributori a loro volta la devono fornire agli utilizzatori".
Agrofarma è impegnata su più fronti per garantire la sicurezza degli operatori e dell'ambiente.
Uno di questi è il supporto fornito all'Accordo di programma per
“Una migliore gestione dei rifiuti agricoli” sottoscritto a Reggio Emilia dalle organizzazioni agricole di categoria, dalle centrali cooperative agricole, dall’Associazione provinciale allevatori, dal
Consorzio fitosanitario provinciale e dalle
multiutilities presenti sul territorio (Enìa e Sabar). L’Accordo semplifica le operazioni di raccolta e smaltimento di rifiuti agricoli e garantisce all’operatore la possibilità di ottemperare agli obblighi relativi ai contenitori vuoti di agrofarmaci, parte essenziale di una attenta e responsabile gestione dei rifiuti agricoli.
L'Associazione partecipa poi al
Progetto Topps-Life co-finanziato dall’Unione europea e dall’Associazione europea dei produttori di agrofarmaci (Ecpa) - con il
Deiafa dell'Università di Torino come capofila - per sensibilizzare gli agricoltori europei sull’importanza dell’inquinamento puntiforme da agrofarmaci e sulle strategie per prevenirlo. Fra gli elementi fondamentali del
Progetto vi sono le linee guida per la corretta gestione dei prodotti fitosanitari in azienda. Gia' dalla prima fase, il trasporto, particolare attenzione viene dedicata alla disponibilità della scheda di sicurezza.
Il
trasporto degli agrofarmaci dal rivenditore all’azienda, effettuato dall’agricoltore, è il primo di una serie di processi durante i quali possono verificarsi rischi di inquinamento puntiforme. In molti casi, correttamente, gli agricoltori si fanno consegnare direttamente i prodotti fitosanitari in azienda dai rivenditori/fornitori. Tuttavia, anche in questi casi, rimangono valide le indicazioni da seguire circa le operazioni di carico e scarico delle confezioni, la verifica dell’integrità degli imballaggi e la presenza delle etichette e delle schede di sicurezza. Questi sono, infatti, requisiti preliminari necessari per evitare fenomeni di contaminazione del magazzino degli agrofarmaci dovuti a perdite accidentali di prodotto e, in caso di emergenza, per conoscere le procedure da adottare.
'Stop agli agr
Tra le iniziative a favore di un corretto utilizzo dei prodotti fitosanitari e di supporto agli operatori della filiera - accanto alla campagna di sensibilizzazione
'Stop agli agrofarmaci illegali' - Agrofarma ha realizzato il sito internet
sds-agrofarma.it, che permette di consultare (gratuitamente) le schede di sicurezza di tutti gli agrofarmaci prodotti e commercializzati dalle aziende aderenti all'Associazione.
"Grazie al servizio offerto dal sito sds-agrofarma.it è possibile consultare una scheda, in modo semplice, immediato e costantemente aggiornato - precisa il direttore di
Agrofarma -.
E' importante permettere una migliore conoscenza dei possibili rischi legati all’impiego degli agenti chimici e delle misure di prevenzione e protezione da porre in atto per un corretto utilizzo. Il sito è lo strumento ideale per sviluppare ciò che da sempre sosteniamo, cioè che le informazioni sulla sicurezza devono essere patrimonio di tutti e non prerogativa di pochi".