Negli ultimi anni la coltivazione degli ortaggi da foglia da taglio, si sta estendendo con sempre maggiore interesse, a causa della crescente domanda di prodotti da parte dei consumatori. Il principale areale di produzione di tali ortaggi in coltura protetta in Italia è la Piana del Sele in provincia di Salerno, seguita dalla Lombardia ed il Veneto. Si stimano attualmente circa 3.600 ettari in coltura protetta di cui 2.300 ettari in Provincia di Salerno.

La crescita esponenziale delle superfici di tali ortaggi, lo sfruttamento intensivo delle superfici, la difficoltà pratica di attuare ampie rotazioni, gli elevati investimenti di coltivazione, l'ambiente protetto - dove temperatura e umidità relativa risultano, di frequente, favorevoli allo sviluppo di patologie -, e non ultima la scarsità di agrofarmaci autorizzati sulle diverse colture hanno creato non pochi problemi di difesa fitosanitaria.

La malattia chiave delle colture di IV gamma è rappresentata dalla peronospora (Bremia lactucae, Peronospora parasitica, Peronospora farinosa f. sp. spinaciae, Peronospora valerianellae).

Tali patogeni sono favoriti da condizioni di clima umido e fresco, tipici dei periodi autunno/invernali. Il clima estivo limita o impedisce lo sviluppo della peronospora. La temperatura ideale per la comparsa e lo sviluppo della peronospora oscilla dagli 8-10 ai 17-18°C, con presenza di elevata umidità relativa, oltre il 90%.

La peronospora si manifesta con i classici sintomi di decolorazioni, inizialmente giallastre, che tendono rapidamente ad imbrunire sulla pagina superiore delle foglie. In corrispondenza di tali aree sulla pagina inferiore compare la tipica efflorescenza biancastra.

 

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Rucola: efflorescenza biancastra tipica di Peronospora parasitica

Rucola: peronospora - bremia lactucae

 

La lotta contro la peronospora ha comportato un notevole impegno da parte dei tecnici di campo negli anni addietro, vista la totale mancanza di agrofarmaci registrati su colture diverse dalla lattuga, in particolare sulla rucola perché considerata una coltura 'minore', poco diffusa, da cui la difficoltà ad avere principi attivi autorizzati su di essa.

Tale situazione è cambiata negli ultimi anni, finalmente la rucola è stata inserita nel gruppo delle lattughe e simili e sono aumentate le sostanze attive registrate su di essa. I mezzi di lotta che si applicano in campo sono principalmente due: la riduzione dell'umidità ambientale e l'utilizzo di agrofarmaci.

 

La riduzione dell'umidità in serra, non riscaldata e senza aperture al colmo, si può attuare in diversi modi:Serra - ortaggi a foglia da taglio

- realizzare serre corte, massimo 40 metri, ed alte, altezza in gronda almeno 3 metri, per favorire una ventilazione naturale;

- non trattare con agrofarmaci la sera o peggio irrigare nelle ore preserali, serali o notturne. Bagnare le piante la sera o nel tardo pomeriggio non ha senso. Con un sol colpo si ottengono 3 svantaggi:

1. si bagna la foglia prima del tramonto, la bagnatura rimane per più di otto ore sulla pagina fogliare e la peronospora 'ringrazia';

2. la pianta, qualsiasi pianta, di notte o beve poco o non beve: si determina un inutile spreco di acqua;

3. la radici delle piante crescono soprattutto di notte. Irrigando la pianta di sera, essa  avrà a disposizione l'acqua nelle immediate vicinanze: ne deriverà un ridotto sviluppo delle radici.

 

L'utilizzo di agrofarmaci, come importanza nella lotta, deve seguire e non precedere la riduzione dell'umidità relativa.

Il problema nasce dalla richiesta della quasi assenza di residui di principi attivi, sul prodotto finito, da parte della GDO. Spesso, anzi sempre, si assiste alla richiesta di massimo il 30% o 50% del residuo massimo ammesso (o limite massimo residuo - Lmr) legale e non più di 3/4 residui di agrofarmaci sul prodotto raccolto. Quest'ultima 'regola' va contro un fondamentale principio di lotta chimica: quello di alternare i principi attivi per evitare l'insorgenza di resistenze.

La tecnica di lotta consiglia di trattare, la mattina, ogni 7-14 giorni in modo preventivo ed in funzione dell'andamento climatico. In caso di periodi umidi si deve aumentare la frequenza dell'intervento. Vista la richiesta del 30 o 50% dei Lmr si è costretti ad aumentare i tempi di carenza e studiare, conoscere approfonditamente le curve di degradazione dei principi attivi.

Da segnalare, in merito alle curve di degradazione, l'esistenza di agrofarmaci che rientrano nei limiti massimi residui ben prima del tempo di carenza. In rari casi si è invece riscontrato il caso contrario.

In ordine rigorosamente alfabetico, elenchiamo i principi attivi registrati sulle diverse specie in coltura protetta, contro la peronospora:

 

A cura del Dr. Agr. Marco Valerio Del Grosso - presidente di Antesia

Antesia, l'Associazione Nazionale Tecnici Specialisti In Agricoltura
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