Produzione agricola e fotovoltaico sono compatibili, anzi, con il sistema Agrovoltaico, brevettato dalla società lombarda Rem Tec Srl, a certe condizioni, le colture coltivate sotto impianti agrivoltaici rendono di più.
Il 4 aprile scorso sono stati presentati a Piacenza, all'Università Cattolica, nell'ambito del convegno 'Produrre energia per l'agricoltura 4.0', i risultati di una ricerca condotta, negli ultimi sei anni, dal team di Stefano Amaducci del dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili.
Il sistema Agrovoltaico di Rem Tec mette in soffitta l'idea secondo la quale bisogna rinunciare a coltivare il terreno agricolo in favore della produzione di energia, con campi quindi dedicati a pannelli fotovoltaici. Il sistema vede infatti i pannelli montati su una struttura di supporto alta fra i 4 e i 6 metri. I pannelli non sono fissi, ma sono a inseguimento solare, si muovono cioè su due assi. L'agricoltore può quindi decidere di orientarli in maniera diversa, per favorire la crescita delle piante o la produzione di energia.
Al reddito prodotto dalla coltura va ad aggiungersi quello derivante dalla produzione di energia.
In Italia esistono tre impianti: due in provincia di Piacenza e uno in provincia di Mantova. Nel mondo il sistema è presente in Cina e Giappone ed è in ulteriore espansione verso gli Stati Uniti.
Con la ricerca portata avanti dall'Università Cattolica di Piacenza, si voleva capire quanto l'ombra prodotta dai pannelli giovasse o nuocesse alla coltura sottostante. "La nostra ricerca aveva diversi obiettivi" ha raccontato Stefano Amaducci presentando la sua relazione. "Dovevamo realizzare una piattaforma software per ottimizzare la produzione di colture a pieno campo e quella di energia con l'Agrovoltaico, utilizzare il software per simulare la resa di mais o altre colture sotto gli impianti agrivoltaici e confrontare l'efficacia d'uso del suolo dell'Agrovoltaico con altri sistemi di produzione energetica, biogas o agrivoltaico a terra, quindi che occupa terreno".
I risultati sono stati per certi versi sorprendenti: la simulazione è stata effettuata utilizzando i dati meteo fra il 1976 e il 2014. "Con il sistema abbiamo simulato le ombre al variare del sole e calcolato il livello di radiazione sotto l'impianto. Il risultato è stato che in anni siccitosi, l'ombra aiuta la coltura a utilizzare meno acqua. Per quanto riguarda invece l'analisi di scenario, quindi ipotizzare nuove configurazioni d'impianto che ottimizzino il rapporto fra produzione di energia e produzione di cibo, i risultati ci dicono che la produzione media è più bassa in pieno campo, per il mais non irriguo, rispetto al mais coltivato sotto gli impianti. Un altro dato interessante è poi il fatto che le produzioni sono più stabili, la variabilità è più ampia in pieno campo. Un elemento da non sottovalutare se si pensa ai cambiamenti climatici in corso".
L'impianto è adatto a diverse colture: "In Giappone per il the verde hanno verificato che si aumenta la produzione fino al 50%, con opportuno ombreggiamento. Possiamo poi coltivare frutti rossi, uva", ha detto Giancarlo Ghidesi, ceo di Rem Tec.
"Da sei anni siamo partiti con questa avventura" ha testimoniato l'imprenditore agricolo Giovanni Zangrandi che sta provando l'impianto su 27 ettari di terreno, in provincia di Piacenza. "Abbiamo molto sperimentato ma ora iniziamo ad avere qualche certezza. Inizialmente abbiamo provato con colture autunno vernine: frumento, colza, pisello proteico. Ora su un impianto abbiamo messo la subirrigazione, alimentata con fotovoltaico: lì facciamo mais, girasole, soia e anche riso".
Per il 2018 il team di Stefano Amaducci ha intenzione di continuare la ricerca: "Vogliamo ora validare i risultati ottenuti, sia su mais sia su pomodoro. Vogliamo effettuare un'analisi ambientale ed economica e lavorare per ottimizzare il sistema Agrovoltaico, cercare quindi la configurazione migliore fra coltura e pannelli", ha concluso il professore.
10 aprile 2018 Bioenergie
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