Si è tenuta ieri 18 gennaio 2011 a Bruxelles la quinta assemblea generale di Widen, la Federazione europea delle distillerie vitivinicole. A 20 mesi dalla sua creazione il network, creato e gestito in outsourcing da Bertagni Consulting srl, conta 15 membri, tra singole distillerie e loro associazioni nazionali, in rappresentanza di 6 Stati europei e una copertura di oltre il 60% della produzione comunitaria di alcol vinico e da sottoprodotti del vino.
Marco Bertagni, direttore di Widen, ha presentato alle aziende ed ai funzionari della Commissione intervenuti in assemblea il report sull'attività associativa 2009-2010 e gli obiettivi del network per il biennio 2011-2012.
Tema centrale è stato l'applicazione dell'Ocm vino e le prospettive per il settore. Le aziende e le associazioni di Widen non hanno evidenziato particolari problemi per le distillazioni dell'alcol grezzo da sottoprodotti da vino: le destinazioni industriali di questo alcol sembrano esserci e non risultano stock rilevanti di prodotto.
Alcuni Paesi chiedono l'innalzamento delle prestazioni viniche dal 10 al 12% per avviare a distillazione l'intera quantità di sottoprodotti. L'obbligo delle distillazioni di fecce e vinacce tuttavia è piuttosto blando e vi sono diverse eccezioni – quale quella degli usi energetici - che possono drenare materia prima alle distillerie. Questo è il frutto dei tempi e della liberalizzazione. Widen non vuole opporsi a questa tendenza – anche perché la produzione di energia pulita e gli utilizzi fuel di alcol da sottoprodotti vinici è, o potrà essere, un business per le distillerie stesse – ma chiede con forza che i controlli che le distillerie subiscono all'entrata delle materie prime non siano inferiori rispetto a quelli delle aziende che utilizzano le vinacce per usi energetici senza prima distillarle.
Sempre in tema di usi energetici del'alcol e delle biomasse vitivinicole, il funzionario della DG Energia della Commissione ha ribadito in assemblea quanto già scritto in una lettera a Widen: l'alcol vinico è una biomassa e in quanto derivato da residui quali fecce e vinacce vale doppio ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni degli Stati membri. Per dare concretezza a questo risultato secondo Widen è necessario che le associazioni nazionali competenti si battano per fare inserire nei decreti di recepimento della Direttiva 28-2009 la definizione di biocarburante/etanolo da sottoprodotti/residui. Va da sé che se atti regolamentari interni dovessero consolidare questa tesi, per i produttori di etanolo da fecce e vinacce che destinano questo alcol alla bio-carburazione i vantaggi economici sarebbero rilevanti.
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Fonte: Bertagni Consulting srl