Abolizione dei sussidi per le coltivazioni destinate ai biocarburanti; 'no' a politiche neo-protezionistiche; aiutare con programmi seri i paesi più poveri a sviluppare le loro agricolture: sono queste alcune delle proposte rilanciate oggi dal presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori) Giuseppe Politi davanti al grave problema dell'emergenza alimentare con drammatico calo delle scorte, e alla corsa al rialzo delle materie prime agricole spinte dalla speculazioni internazionali.    'Siamo d'accordo con il Fondo monetario', ha affermato Politi, 'nell'abolizione dei sussidi destinati a chi coltiva solo ed unicamente per le produzioni 'no food', per i biocarburanti. Diversa la nostra posizione per i sussidi agli agricoltori che producono per l'alimentazione e con il loro impegno tutelano e valorizzano l'ambiente. La loro abolizione non avrebbe alcun effetto. Ma soprattutto non aiuterebbe i paesi più poveri della Terra che oggi vivono il dramma della fame'.
'D'altra parte, proprio l'Ue in questi ultimi anni ha ridotto notevolmente il sostegno agricolo. Oggi', ha evidenziato il presidente della Cia, 'si spende meno e meglio per la Pac. Ulteriori riduzioni ci saranno nei prossimi mesi. La soluzione dei problemi alimentari dei Paesi in via di sviluppo richiede politiche nuove. Fino ad ora', ha sostenuto Politi, 'abbiamo assistito ad una crescita consistente di importazioni di prodotti agricoli in questi paesi. In pratica, anziché favorire la modernizzazione dei sistemi agricoli locali, si è preferito optare per l'acquisto dall’estero. E' una politica sbagliata che va abbandonata. E' vero che davanti all’emergenza di milioni di persone che muoiono di fame occorre intervenire con aiuti; ma è altrettanto vero che bisogna cominciare a pensare in maniera diversa cercando, soprattutto di far crescere le agricolture di questi paesi attraverso le più moderne tecnologie e l'innovazione'.
'Il pericolo del neo-protezionismo, comunque, incombe. Per questo motivo', ha concluso il presidente della Cia, 'occorre evitare l’innalzamento delle barriere doganali e nuove politiche dei dazi che avrebbe un effetto fortemente negativo specialmente per i paesi più poveri'.