Non sarà l'opzione atomo la soluzione dell'emergenza clima, mentre un grosso aiuto potrebbe arrivare da fonti rinnovabili come sole, vento e maree, maggiore efficienza energetica e cattura e stoccaggio delle emissioni di Co2 nelle centrali a carbone. Questo il quadro che emerge dal Rapporto sullo sviluppo umano 2007-2008 'Resistere al cambiamento climatico', pubblicato dall'Undp, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo.
E' probabile che l'atomo 'continuerà a costituire una parte importante della fornitura complessiva' di energia del pianeta. Nonostante ciò, come soluzione a lungo termine dell'emergenza clima 'é improbabile che abbia un ruolo prominente e la sua quota di mercato potrebbe restringersi'. Queste le indicazioni del rapporto, secondo cui sul nucleare pesano 'questioni difficili per i decisori politici', in particolare riguardo sicurezza, ripercussioni ambientali e proliferazione delle armi nucleari.
Tutte da incentivare rimangono le fonti rinnovabili. L'obiettivo del 20% di energia verde per il 2020 fissata dalla Ue viene considerato 'un traguardo realizzabile'. L'efficienza energetica invece, potenzialmente offre il vantaggio di un 'doppio dividendo', cioé la riduzione delle emissioni e dei prezzi dell'energia. Nei trasporti ad esempio, aumentare l'efficienza di 8,5 km al litro ridurrebbe il consumo di 3,5 milioni di barili al giorno, con un risparmio di 400 milioni di tonnellate di Co2 all'anno, più delle emissioni dell'intera Thailandia.
Non tramonta il carbone, principale fonte di energia elettrica per il pianeta, che con il costo di petrolio e gas in salita, sarà 'in una posizione rilevante' per Cina, India e Usa. E secondo il rapporto, Usa e Ue hanno entrambi le potenzialità per avviare almeno 30 centrali sperimentali con la cattura e lo stoccaggio delle emissioni entro il 2015.