Nel corso dell’incontro sono stati presentati i risultati raggiunti finora nell'ambito del progetto (di cui è reponsabile scientifico l’Istituto sperimentale per la pioppicoltura), ma anche obiettivi e azioni future, testimonianze ed esperienze di SFR (Short Forestry Rotation) in alcune Regioni italiane, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto in particolare.
Tra i relatori presenti al convegno vi era anche Angelo Scaravonati, presidente del Cner - Consorzio Nazionale Energie Rinnovabili Agricole.
Nel suo intervento Scaravonati ha voluto raccontare l’esperienza diretta dei produttori e rimarcare l’importanza del loro ruolo nello sviluppo della filiera foresta-legno-energia. “L’esperienza oramai decennale dei nostri produttori, sviluppata su centinaia di ettari coltivati, –ha affermato il presidente del Cner- dimostra come la genetica e la meccanizzazione abbiano fatto veramente passi da gigante negli ultimi anni”.
In questo processo Scaravonati riconosce i meriti della ricerca, almeno di quella parte più flessibile e attiva. “Per fortuna una parte della ricerca supporta i produttori in questo sforzo di miglioramento –continua il presidente del Cner- collaborando e utilizzando le aziende agricole come veri e propri laboratori. I risultati si vedono e vengono, tra l’altro, riconosciuti da altri Paesi, europei e non. Un progetto di ricerca, che si possa definire tale, deve obbligatoriamente prendere atto dei risultati fin qui raggiunti, di chi li ha ottenuti e delle tecnologie utilizzate”.
In generale, il futuro delle biomasse ligno-cellulosiche è roseo. “All’interno del variegato settore delle rinnovabili di origine agricola, –ha concluso Scaravonati- molti stanno comprendendo l’importante ruolo delle biomasse legnose e delle coltivazione dedicate. E’ fondamentale valutare i bilanci energetici per capire quali filiere onestamente possono reggere”.
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Fonte: Cner-Consorzio nazionale energie rinnovabili agricole