“Lo abbiamo già affermato a chiare lettere nei giorni scorsi e lo ribadiamo. Per Confagricoltura l’attuale aumento dei prezzi dei cereali non dipende della maggiore domanda di materie prime per scopi energetici. E va evitato qualsiasi allarmismo che può agire da turbativa sui mercati". Così reagisce Confagricoltura alle istanze di chi continua a vedere un collegamento tra lo sviluppo delle filiere energetiche e l’andamento delle quotazioni cerealicole. Per Ocse e Fao i prezzi reali dei cereali sono superiori alle previsioni dello scorso anno. Ma, se c’è un effetto imputabile anche alle bioenergie, questa differenza oggi è essenzialmente dovuta ad altri fattori; dall’andamento climatico che ha ridotto le produzioni (in Australia sino al 50% di riduzione), alla riduzione degli stock. “L’aumento della domanda si è confrontato con una minore offerta e le quotazioni ne hanno risentito. Ma il calo dei quantitativi esitati sinora ha sempre superato la maggiore domanda di cereali per la produzione di bioenergia".