Sei le categorie della competizione, tutte miranti a superare la media prevista negli Usa quanto a rese per il 2017, ovvero 11 tonnellate di granella per ettaro. Al termine della competizione i 18 primi classificati si sono tutti mantenuti molto al di sopra di tale obiettivo minimo, fissando la media produttiva in 24 tonnellate per ettaro.
Cioè più del doppio.
Il campione dei campioni è però David Hula di Charles City, in Virginia, il quale si è confermato al vertice della categoria "irrigui no-till/strip-till" con una resa record pari a 34 tonnellate per ettaro.
Il nuovo limite mondiale è stato raggiunto con un ibrido gm Pioneer P1197AM, resistente agli insetti. Netto ma non abissale il distacco del secondo e del terzo classificati, ovvero Craig Hula e Johnny Hula, anch'essi di Charles City.
In pratica, un derby in famiglia. Craig ha raggiunto le 33 tonnellate ettaro con un ibrido di Dekalb, il DKC67-44RIB, mentre John si è dovuto "accontentare" di 31,7 tonnellate, ottenute con l'ibrido Progeny PGY5115VT2P.
Interessanti anche le performance della categoria "No till/Strip Till non irrigui", con rese che hanno comunque toccato le 22,2 tonnellate con il vincitore, John Gause Scranton, della South Carolina, il quale ha seminato l'ibrido Pioneer P2160YHR. Al secondo posto Marvin e Glenn Wiles, del Nebraska, con le 22 tonnellate nette prodotte dall'ibrido Dekalb DKC64-35RIB. Infine sul gradino più basso del podio, Daniel Gause Scranton, della South Carolina, il cui ibrido Pioneer P2160YHR ha fornito comunque la ragguardevole resa di 21,1 tonnellate per ettaro.
Dimostrazione che quando la volontà è quella di produrre, le tecnologie per farlo ci sono già tutte. Sarebbe quindi interessante che anche in Italia si potesse provare in campo tali ibridi, al fine di confrontarli con le genetiche, spesso obsolete, cui l'Italia si è volontariamente confinata.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Dtn - The progressive farmer