Si svolge oggi a Caprarola, in provincia di Viterbo, il Summit annuale tra Commissione europea, rappresentanze agricole europee e una delegazione del Governo e dei produttori turchi, organizzato da Confagricoltura, Cia e Fedagri con l’obiettivo di determinare le linee guida sulla commercializzazione delle nocciole a livello mondiale.

“L’importante incontro bilaterale tra Unione europea e Turchia cade al momento giusto perché – sottolineano Confagricoltura, Cia e Fedagri - con un recente provvedimento il governo turco ha deliberato un aiuto a superficie per i suoi produttori di nocciole che renderà ancor più competitivo sul piano economico il prodotto turco rispetto a quello europeo.
Ci si augura di riuscire a mettere in atto strumenti di controllo del mercato che evitino un possibile futuro crollo dei prezzi a livello mondiale".

Dopo la Turchia che, da sola, rappresenta il 65% della produzione mondiale, l’Italia è infatti il secondo Paese al mondo per la produzione di nocciole, concentrata per il 90% in quattro zone: il Piemonte con Cuneo e Asti, il Lazio con Viterbo e Roma, la Campania con Avellino, Salerno e Napoli, la Sicilia con Messina (Nebrodi) e Catania.

Finora il prezzo delle nocciole veniva condizionato dal governo turco utilizzando lo strumento dei ritiri dal mercato e dello stoccaggio del prodotto per non ingolfare i mercati mondiali, ma la chiusura dell’Agenzia di stato Fiskobirlik, che gestiva questi ritiri, e il ridimensionamento del prezzo mondiale degli ultimi anni  – spiegano le tre organizzazioni - stanno provocando molte preoccupazioni ai produttori europei, soprattutto italiani, che non hanno visto aumentare i sostegni comunitari. Il  nocciolo viene coltivato prevalentemente in zone marginali, svantaggiate e montane dove l’alternativa sarebbe l’abbandono delle terre. 

“Siamo preoccupati per l’impatto  delle decisioni del governo turco sul prezzo del prodotto e sulle conseguenze per il reddito degli agricoltori e delle cooperative italiane – dicono Confagricoltura, Cia e Fedagri – e per questo abbiamo lavorato per organizzare proprio in Italia questo incontro annuale che, oltre agli aspetti commerciali, dovrebbe affrontare alla presenza della Commissione europea anche temi delicati come l’armonizzazione delle normative fitosanitarie al fine di evitare la concorrenza sleale che queste determinano”.