Inoltre, questo gruppo colturale rientra perfettamente per le sue caratteristiche in un'agricoltura sostenibile ed attenta alle esigenze dell’ambiente.
Andamento produttivo dei "Piccoli frutti"
Nel 2000 in Italia la produzione era superiore alle 3.000 t e di queste il 55% (1.826 t) era coperta da Lampone, il 17% (581 t) da Mora, il 15% (494 t) da Mirtillo gigante americano ed il 13% (451 t) da Ribes ed Uva spina. Nel 2004 invece la produzione era complessivamente aumentata arrivando a toccare quasi le 4.000 t.
Destinazione del prodotto
La maggior parte del prodotto è destinata al mercato fresco anche se le produzioni non sono sufficienti a coprire il fabbisogno nazionale interno. Il grado di approvvigionamento è pressoché dimezzato passando dal 41% nel 2001 al 21% del 2004, assistendo di pari ad uno sviluppo dell’import. L’Italia con questi numeri si colloca al 5° posto come paese importatore di Piccoli frutti dopo Germania, Paesi Bassi, la Gran Bretagna ed il Belgio parte del prodotto proveniente dai paesi dell’Est (Serbia e Montenegro), Austria e Spagna. Inoltre la necessità di ampliare il tradizionale calendario ha fortemente influenzato la sceta da parte di alcune strutture di commercializzazione di importare anche da paesi extra-europei quali Cile, Argentina e Sud-Africa. E’ anche da segnalare come sia anche aumentato l’export verso paesi ricchi come Germania ed Inghilterra. Naturalmente è da precisare che il sistema dell’import export riguarda principalmente i prodotti delle regioni di Trentino e Piemonte.
Oltre al consumo fresco si può destinare alla trasformazione industriale per preparare succhi, sciroppi, marmellate, bevande, liquori, coloranti così come al mercato farmaceutico e cosmetico.
Prospettive e problematiche
L’interesse economico che i Piccoli frutti hanno è ancora limitato se paragonato ad altre specie frutticole (consumo pro-capite intorno ai 500 g/anno) in quanto il fattore prezzo ne limita la sua diffusione commerciale e questo prodotto rimane ancora percepito come una “sfiziosità” destinata a particolari circostanze e non un frutto da tutti i giorni. Ad essi è comunque associata l’immagine di genuinità e salubrità (allo stessa tregua della fragola che è ritenuto frutto altamente nutraceutico e altamente sano e genuino).
Oltre al prezzo esistono sicuramente altri problemi che ne limitano la loro commercializzazione, come la scarsa continuità di offerta sul mercato (frutto altamente stagionale) e la forte deperibilità dei frutti destinati al consumo fresco.
A quarant’anni dalla loro comparsa sul territorio nazionale rappresentano ancora una sfida per le produzioni future, in modo tale da trovare accorgimenti economici, varietali, commerciali ed agronomici che permettano di poter dare slancio ad un gruppo di frutti molto interessante ma ancora marginali alle economie.
Pregi: Resistente a Botrytis e Didymella, uniformità di pezzatura, facilità di raccolta e resistenza alle manipolazioni.
Difetti: Sensibilità al RBDVirus, all’antracnosi, frutto medio-piccolo e sapore mediocre.
Malahat® (precoce)
Pregi: Frutto simile a Tulameen, di facile raccolta ed abbastanza zuccherino.
Difetti: Sensibilità al RBDVirus, all’antracnosi, Phytophtora e spinescenza dei germogli fruttiferi.
Glen Ample (Media)
Pregi: Pezzatura del frutto elevata, resistenza alle malattie e facilità di raccolta.
Difetti: Sensibilità all’RBDVirus, scarsa resistenza alle manipolazioni.
Tulameen (media)
Pregi: Frutti medio-grossi, consistenti e con fruttificazione prolungata.
Difetti: Sensibile al freddo invernale ed al RBDVirus, a Botrytis e a Didymella e poco pollonifera.
Pregi: Frutto medio-grande, consistente e con elevata resistenza alle manipolazioni.
Difetti: distacco dei frutti non sempre agevole.
Polana (precoce)
Pregi: Vigorosa e produttiva con frutti di aspetto gradevole, pezzatura costante, facilità di raccolta e resistenza alle manipolazioni.
Difetti: Frutto con caratteristiche organolettiche mediocri e poco consistente.
Caroline (medio-precoce)
Pregi: Produttività, con frutto di buone caratteristiche qualitative, aromatico e di facile raccolta.
Difetti: Scarsa resistenza alle manipolazioni
Himbo Top (media)
Pregi: Vigorosa, produttiva, con frutto grande e di facile raccolta. Adatta alla coltura in ambiente protetto e per il meridione.
Difetti: Frutto poco consistente e a maturazione scalare.
Heritage (Tardiva)
Pregi: Vigorosa, tollerante al virus BRDV e RMR, produttività elevata e frutto consistente e di buon sapore.
Difetti: Frutto piccolo, eccessivamente pollonifero, tralci spinescenti e scolarità di maturazione.
Rossana (tardiva)
Pregi: Frutto di buone caratteristiche organolettiche, molto aromatico ed in coltura protetta matura fino a fine novembre.
Difetti: Elevata spinescenza, scolarità di maturazione e sensibilità a Phytophthora e Botrytis.
Pregi: Pianta di media vigoria con buone emissioni di polloni inermi. Resistente alla ruggine, buone caratteristiche organolettiche con elevato quantitativo in polifenoli.
Difetti: Produttività medio-scarsa ed in alcuni casi frutto di forma irregolare.
Navaho (medio-precoce)
Pregi: Elevata scolarità di maturazione e tralci eretti di buon diametro. I frutti sono di buona qualità organolettica con elevate caratteristiche nutracutiche.
Difetti: Produttività medio-scarsa ed in alcuni casi forma irregolare del frutto.
Loch-Ness (media)
Pregi: Pianta vigorosa con tralci inermi, molto produttiva con raccolta scalare e frutto frutto con buone qualità organolettiche.
Difetti: Molto sensibile alla peronospora dei frutti e con forma che a volte risulta irregolare.
Chester (madio-tardiva)
Pregi: Pianta molto vigorosa, con tralci assurgenti, di diametro elevato ed inermi e con pianta ad elevata resistenza al freddo. Produttività medio-elevata e frutti ci buone qualità e sodi.
Difetti: Elevata sensibilità a Botrytis.
Hull Thornless (medio-tardiva)
Pregi: Pianta molto vigorosa, con tralci inermi, resistente ai freddi invernali ed alle principali malattie. Frutto di buona pezzatura e di facile distacco, brillante a maturità e sodo anche dopo lo scongelamento. Sono apprezzabili anche le caratteristiche nutraceutiche del frutto.
Difetti: Scarse qualità dei frutti.
Pregi: Resistente al freddo, fruttiben distribuiti nella chioma, facili da raccogliere, di colore attraente, ricchi di pruina, aromatici, con buone caratteristiche organolettiche e produttivi.
Difetti: Cespuglio di media vigoria.
Berkeley (medio-tardiva)
Pregi: Grande adattabilità a diversi areali, produttività elevata, frutti di buone dimensioni e pruinosi.
Difetti: frutti poco aromatici e adatti al solo mercato fresco.
Bluecrop (medio-tardiva)
Pregi: resistente al freddo invernale ed ai ritorni di freddo tardivi, elevata tolleranza alla siccità e buona produttività. Frutti consistenti, molto pruinosi, ottime caratteristiche organolettiche. Per produttività e adattabilità al pedoclima è la cultivar più coltivata al mondo.
Difetti: La tendenza alla sovrapproduzione deve essere mitigata con potature regolari. Apparato radicale ridotto e tendenza agli stress idrici.
Covile (medio-tardiva)
Pregi: Pianta assurgente, molto vigorosa e produttiva. Mirtilli di buona pezzatura, elevato grado zuccherino e con buone caratteristiche organolettiche. Buona la tenuta dei frutti sulla pianta.
Difetti: Segnalati numerosi problemi di rispondenza varietale del materiale vivaistico.
Brigitta Blue (medio-tardiva)
Cespuglio molto vigoroso, bacche di buona pezzatura e grado zuccherino elevato, idonee alla conservazione in cella frigorifera dove mantengono a lungo le caratteristiche organolettiche.
Difetti: Cultivar poco produttiva e con elevata sensibilità ai freddi invernali.
Elizabeth (tardiva)
Pregi: Cespuglio di buona vigoria, a portamento eretto, bacche di buona pezzatura e con grado zuccherino elevato. Presenta elevato contenuto in antociani e presenta elevate capacità antiossidanti.
Difetti: scarsa produttività.
Lateblue (tardiva)
Pregi: Frutti di buona pezzatura, diffusa in particolare per estendere il periodo di commercializzazione nella tarda estate-inizio autunno. Elevato contenuto in antociani e capacità antiossidante.
Difetti: scarsa conservabilità dei frutti.
A cura di Lorenzo Cricca
Fonte: Dipartimento di Colture arboree – Università degli Studi di Torino
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