Nella giornata di giovedì 12 luglio si terrà il Convegno nazionale 'Liste Varietali fragola e piccoli frutti 2012'.
Per quest’anno il luogo scelto per l’evento sarà la città di Fontainemore in Valle d’Aosta.
“Abbiamo scelto la Valle d’Aosta in quanto crediamo che questa Regione abbia grande potenziale in termini produttivi e d'immagine verso questo comparto - spiega Giancarlo Bounous, direttore del Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Torino -. Pur non essendo tradizionalmente vocata alla produzione di fragola e piccoli frutti, la Valle d’Aosta è un’importante e strategica area per quanto riguarda il turismo in Italia e promuovere una manifestazione di questo tipo in questa zona poteva permetterci di sfruttare al meglio l’impatto mediatico e d’immagine”.
Fragola
Nel 2012 la coltivazione di fragola in Italia ha registrando un +4% rispetto all’anno precedente. Oltre l’80% della superficie è investita in coltura protetta e il rimanente 18% in pieno campo. In particolare si evidenzia un rafforzamento della coltivazione in tutte le aree del Sud Italia. Nell’ambito del Nord Italia si conferma l’importanza della fragolicoltura veneta. In crescita anche le superfici a fragola nella provincia di Trento, mentre sembrano stabili nella provincia di Bolzano. Stabile anche la superficie in Piemonte. Per l’Emilia Romagna, infine, si rileva una sostanziale stabilità della coltivazione in coltura specializzata.
“La fragolicoltura moderna deve far si che il produrre agricolo diventi sempre di più imprenditore - spiega Walther Faedi, direttore del Cra-Unità di ricerca per la frutticoltura Forlì -, e che sia capace di fare scelte adatte alle proprie esigenze specifiche e ai propri obiettivi". Di grande attualità è anche l'aspetto della qualità. "Dobbiamo puntare su frutti di qualità e graditi al mercato: dolci, succosi, di un bel rosso brillante e consistenti".
Piccoli frutti
Trend positivo negli ultimi anni per quanto riguarda la coltivazione dei piccoli frutti (lampone, mirtillo gigante, rovo, ribes e uva spina). In base ai dati Faostat dal 2006 al 2009 le superfici in Italia di piccoli frutti sono cresciute del 20% circa, con Piemonte e Trentino Alto-Adige principali attori.
“I piccoli frutti sono sempre più importanti per l'agricoltura italiana - spiega Bounous -. Questo comparto rappresenta uno dei pochi settori che non sta soffrendo dal punto di visto commerciale e dal punto di vista dell'offerta, grazie all’aspetto accattivante dei frutti e alle importanti proprietà nutraceutiche e salutistiche. Però anche i piccoli frutti hanno bisogno di una costante capacità di innovarsi. Infatti l’innovazione varietale gioca un ruolo strategico per la valorizzazione di queste colture, per l’incremento di qualità e per la corretta collocazione del prodotto sul mercato a prezzi remunerativi”.