L'ultima fase del ciclo del frumento, tenero o duro, è la maturazione. Ovvero, il progressivo accumulo di sostanze di riserva nei chicchi. Possiamo identificare varie fasi: acquosa, lattea, cerosa e fisiologica.

 

A maturazione fisiologica le piante sono già gialle - solo l'ultimo nodo è verde - e la granella ha un contenuto di acqua pari al 30% che diminuisce rapidamente. Quando le piante sono completamente ingiallite e l'umidità dei chicchi scende intorno al 15% (in Italia succede in genere verso i primi di giugno) si può iniziare la raccolta.

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La mietitura del grano, anche se interamente meccanizzata con mietitrebbie semoventi, può essere tuttora sfidante per gli agricoltori, soprattutto quando il frumento è allettato o si trova in appezzamenti con terreni irregolari e pendenze accentuate. La gestione ottimale del taglio passa dalla scelta della giusta testata e dalla sua corretta regolazione, una volta abbinata alla mietitrebbiatrice.

 

Focus sui componenti delle testate

Scegliere la barra più adatta alle proprie esigenze significa, in primo luogo, considerare le caratteristiche dei suoi elementi:

  • lama falciante;
  • aspo abbattitore;
  • convogliatore;
  • spartitori.

La lama falciante a movimento rettilineo alternativo con velocità media di 1,5 metri al secondo, scorre su un portalama (dotato di denti normali o alzaspighe) e assicura il taglio degli steli del frumento. Larga da 3,60 a oltre 13 metri, può essere rigida o flessibile, cioè adattabile alle varie conformazioni del terreno.

 

L'aspo abbattitore è un rotore con barre orizzontali munite di denti elastici. Ruota a velocità da 10 a 60 giri al minuto, in modo da accompagnare il frumento sulla lama e verso il convogliatore evitando che cada a terra e sollevando eventuali steli allettati.

 

"L'aspo ha denti in metallo a molla o in plastica - spiega Daniele Seganfreddo, Product Marketing manager Gold Harvesting di Massey Ferguson Eme. I primi equipaggiano soprattutto barre con lama rigida e convogliatore a coclea e sono rivolti verso il basso durante la rotazione, mentre i secondi, usati su barre con lama flessibile e convogliatore a tappeti, ruotano di 360 gradi insieme all'aspo. Tali denti sono in plastica per evitare danni quando l'aspo si abbassa al minimo e incontra la lama falciante".

 

Funzionamento dei vari componenti delle testate New Holland FD2, prodotte da MacDon

 

Il convogliatore - disponibile con coclea, tappeti o entrambi i sistemi (versione ibrida) - fa affluire gli steli tagliati al centro della piattaforma dove apposite dita retrattili li afferrano alimentando l'elevatore nel modo più omogeneo possibile. La versione ibrida possiede una coclea combinata con tappeto posto subito dopo la lama che ruota nello stesso senso di marcia della macchina e distende il frumento tagliato davanti alla coclea.

 

Installati alle estremità della testata, i 2 spartitori con superficie carenata delimitano la larghezza di taglio e indirizzano le piante verso la lama falciante. Regolabili longitudinalmente, in altezza e inclinazione, sono fissi o pieghevoli con punte che si piegano di 90 gradi verso il centro.

"La lunghezza degli spartitori va da 20 centimetri a 1 metro e mezzo circa - sottolinea Seganfreddo. I modelli più corti sono ideali per chi gestisce frumento a paglia corta e necessita di compattezza per lavorare in campi di dimensioni ridotte, quelli più lunghi sono adatti a chi raccoglie piante alte come ad esempio gli operatori nord europei. All'aumentare della lunghezza, aumenta la possibilità di doverli rimuovere per il trasporto su strada".

 

Barra di taglio, rigida o flessibile?

Le testate con lama rigida montata su un unico telaio fisso si prestano bene alla raccolta in campi pianeggianti e regolari. Quelle a lama flessibile permettono un adattamento ottimale in presenza di forti irregolarità del terreno.

 

"La lama flessibile è installata su un portalama con diversi braccetti che si muovono in modo indipendente su e giù di 15-20 centimetri così da consentire di lavorare ad altezze diverse a seconda del profilo del suolo - precisa Seganfreddo. Il grado di flessibilità può essere più o meno alto in funzione del sistema di azionamento dei braccetti, che può essere idraulico o a molle".

 

Particolare di una testata con lama flessibile che si adatta ai terreni irregolari

Particolare di una testata con lama flessibile che si adatta ai terreni irregolari

(Fonte foto: John Deere)

 

Più è larga la testata, più è consigliabile scegliere una lama flessibile che permetta la gestione ottimale del taglio in ogni punto. Sulle testate con notevoli larghezze, la lama segue il terreno sfruttando sia il sistema a braccetti sia un telaio diviso in 3 parti che possono muoversi in modo indipendente una dall'altra grazie a ruote di supporto nella parte posteriore.

 

Coclea o tappeti: i pro di ciascun sistema

Il convogliatore più semplice dal punto di vista costruttivo è quello con coclea a profili contrapposti da 500-600 millimetri che ruota a velocità comprese tra 130 e 240 giri al minuto trasportando il prodotto. Le testate a coclea - con moto invertibile in caso di ingolfamento - sono le meno costose e le più polivalenti, in grado di raccogliere varie colture e lavorare in pianura come su pendii.

 

"Se si usano mietitrebbie autolivellanti su pendenze trasversali fino al 40% e si inclinano le barre, la coclea convoglia bene tutto il prodotto che invece scivolerebbe via con i soli tappeti" chiarisce Seganfreddo. Le versioni più evolute possono avere sistemi telescopici per allontanare o avvicinare la lama al sistema di convogliamento.

 

Soluzioni più complesse e costose, le testate con 2 tappeti che si muovono dai lati verso il centro assicurano un trattamento più delicato degli steli e una produttività superiore.

"Tali versioni garantiscono una maggiore capacità oraria perché, in campi ampi e regolari, raggiungono velocità superiori ai 10 chilometri orari contro i 6-7 delle barre a coclea - continua Seganfreddo. Anche in condizioni non ottimali, tipiche di molte zone italiane, i tappeti offrono comunque una capacità superiore del 20-30% rispetto alle coclee".

 

Testate a coclea versatili e ideali per la raccolta in collina

Testate a coclea versatili e ideali per la raccolta in collina

(Fonte foto: Massey Ferguson)

 

Se generalmente le barre a coclea arrivano a larghezze di 7-8 metri muovendosi con agilità in appezzamenti di dimensioni contenute, quelle a tappeti - nate in America e poi adottate anche in Europa in abbinamento a lame flessibili - vanno dagli 8-9 metri in su e sono valide alleate nella raccolta di grandi superfici.

 

Cosa fare se non c'è solo frumento

Le aziende agricole e contoterzi raccolgono frumento ma anche altre colture nell'arco di una stagione e quindi cercano un'unica testata polivalente al posto di 2 o 3 soluzioni specifiche. Una barra grano gestisce bene tanto frumento tenero e duro quanto gli altri cereali autunno vernini (con steli e chicchi simili). Le versioni con lame flessibili e tappeti sono predisposte anche per la raccolta di colza e soia.

 

Diversamente, sulle barre più semplici a coclea bisogna aggiungere 2 lame laterali e un'estensione per passare dal grano alla colza. "Le lame, installate davanti agli spartitori e azionate per via elettrica o idraulica, sono simili alla lama orizzontale ma tagliano in verticale gli alti steli della colza. In questo modo, facilitano la separazione del prodotto tagliato da quello da tagliare quando le piante sono molto intrecciate tra loro" precisa Seganfreddo.

Installabile davanti alla lama principale a distanza di 50 centimetri, l'estensione porta a sua volta un'ulteriore lama che ottimizza il taglio degli steli lunghi e fragili evitando la loro caduta a terra.

 

Le testate grano con lame verticali davanti agli spartitori possono raccogliere anche colza

Le testate grano con lame verticali davanti agli spartitori possono raccogliere anche colza

(Fonte foto: Claas)

 

Per la raccolta della soia è necessario usare testate a coclea o tappeti con lama flessibile che, adeguandosi al meglio alle irregolarità del terreno, esegue un taglio vicino al suolo dove ci sono numerosi baccelli fruttiferi.

 

Testa (ta), meglio se proporzionata al corpo

Oltre alla versatilità della barra, è importante considerare la macchina cui è destinata. "Molti operatori tendono a sostituire la mietitrebbia in uso con una uguale o più grande che poi sono costretti ad abbinare a testate di ridotte dimensioni per via della conformazione aziendale - afferma Seganfreddo. Questa scelta ha poco senso, perché le barre più piccole garantiscono un flusso di prodotto insufficiente alle macchine di grande capacità abbassando la produttività".

 

In fase di acquisto, conviene prima valutare la testata che si può utilizzare e poi scegliere la mietitrebbiatrice. In caso di appezzamenti poco estesi o frequenti spostamenti su strade secondarie, si può optare per una versione da 6-7 metri, eventualmente con sezioni pieghevoli, che è in grado di alimentare in modo ottimale macchine di classe 6 o 7 da massimo 400-450 cavalli.

"Gli agricoltori e conterzisti attivi in quelle zone della Pianura Padana dove campi e strade non pongono problemi, come Emilia Romagna e basso Veneto, possono invece acquistare barre da 9-10 metri senza sistema di ripiegamento, studiate per lavorare con mietitrebbie di classe 8 o 9" aggiunge Seganfreddo.

 

Una mietitrebbia altamente performante deve lavorare con una testata che garantisce un flusso di prodotto adeguato

Una mietitrebbia altamente performante deve lavorare con una testata che garantisce un flusso di prodotto adeguato

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

In generale, quando possibile, le testate a telaio unico sono da preferire a quelle pieghevoli poiché il montaggio del sistema di ripiegamento idraulico comporta la riduzione delle dimensioni dell'aspo, della coclea o della parte centrale di imbocco. Il risultato è che le versioni pieghevoli, pur facilitando il trasporto, assicurano una minore capacità operativa durante la raccolta.

 

Trasporto in campo: dipende tutto dalle dimensioni

Ma come si trasportano le testate dal centro aziendale al campo? "Possono essere subito agganciate alla mietitrebbia solo se rientrano nella sagoma della macchina, in altre parole solo se hanno sezioni che, ripiegate, occupano al massimo 3,50 metri di larghezza" risponde Seganfreddo.

 

Le altre barre, con larghezze superiori a quella consentita dal Codice della strada, devono essere trasportate a parte. In Europa è molto diffuso il trasporto su un carrello trainato dalla mietitrebbiatrice ma in Italia bisogna fare attenzione a non superare il limite di lunghezza dei 18,75 metri, oltre il quale il convoglio diventa eccezionale. "Considerando anche la lunghezza del timone, una mietitrebbia di alta potenza lunga 8-9 metri può trainare una testata da massimo 7 metri" chiarisce Seganfreddo.

 

Il trasporto di una testata avviene con carrello trainato dalla mietitrebbia o da una trattrice

Il trasporto di una testata avviene con carrello trainato dalla mietitrebbia o da una trattrice

(Fonte foto: Massey Ferguson)

 

Per trasportare le barre oltre i 7 metri ma anche quelle più strette, gli operatori italiani usano rimorchi agganciati a trattori dai 90 cavalli in su che sono più maneggevoli e più adatti ai trasferimenti su strade tortuose.

 

Tecnologie per aggancio e regolazione più semplici

L'aggancio manuale della testata alla mietitrebbia richiede pochi minuti. L'operatore deve collegare i 2 alberi cardanici per la trasmissione della potenza e il sistema di accoppiamento multiplo centralizzato per l'invio dell'olio idraulico, nonché fissare la barra con fermo meccanico ed eventualmente montare gli spartitori.

 

"Oggi le mietitrebbie più evolute hanno un sistema elettroidraulico che permette di azionare l'aggancio automatico della testata tramite un pulsante sul bracciolo, senza dover scendere dalla cabina" sottolinea Seganfreddo.

 

Quando si inizia a raccogliere, appositi sistemi permettono la regolazione automatica dell'altezza della testata. "Installati sotto la barra, dei tastatori monitorano la distanza effettiva della barra dal terreno - spiega Seganfreddo. Se tale distanza differisce dall'altezza preimpostata dal conducente, inviano un segnale elettrico alla trebbia che usa attuatori per sollevare o abbassare l'elevatore, e quindi la barra, tramite pistoni idraulici". L'altezza dal terreno può variare da un minimo di 5 a un massimo di 130 centimetri.

 

Appositi tastatori permettono la regolazione dell'altezza da terra della testata

Appositi tastatori permettono la regolazione dell'altezza da terra della testata

(Fonte foto: Massey Ferguson)

 

Sulle mietitrebbie di alta gamma sistemi idraulici, generalmente optional, permettono al driver di regolare dal bracciolo l'incidenza della lama falciante rispetto al terreno, agendo sulla parte anteriore dell'elevatore. Se il prodotto è allettato o si raccoglie frumento a paglia lunga o si guida su un terreno in leggera discesa, conviene aumentare l'incidenza. Al contrario, conviene diminuirla quando si fa paglia corta o si opera in salita.

 

Più automazione e versatilità in futuro

La gestione delle testate - migliorata già molto rispetto ad alcuni anni fa - potrebbe compiere un ulteriore balzo in avanti con l'introduzione di nuovi sistemi otticiradar per il rilevamento degli ostacoli in campo. "L'arrivo di nuovi sistemi di visione, anche tridimensionale, aumenterà il grado di automazione delle macchine che potranno raccogliere anche senza operatore a bordo" ipotizza Seganfreddo.

 

I costruttori puntano anche a offrire una maggiore polivalenza attraverso l'ottimizzazione delle geometrie di movimento dei componenti e minori perdite di prodotto in condizioni difficili attraverso il miglioramento del controllo di lama e convogliatore.