L'Unione nazionale dei costruttori di macchine agricole è da oggi, a tutti gli effetti, una Federazione. In luogo della sigla Unacoma, che per 67 anni ha rappresentato all'interno di Confindustria i costruttori del settore, è stata istituita FederUnacoma, organismo di rappresentanza di livello superiore nel quale convergono sette singole associazioni, espressione dei diversi comparti di specializzazione.

Assomao (implements), Assomase (macchine semoventi), Assotrattori (trattrici), Comacomp (componenti), Comagarden (giardinaggio), Comamoter (movimento terra) e Unamot (motori) sono le associazioni di categoria che confluiscono nella nuova Federazione. Riuniti in assemblea straordinaria a San Lazzaro (Bologna), gli industriali di questo settore della meccanica – che esprime un fatturato medio complessivo intorno ai 10 miliardi di euro, con una quota di export pari ad oltre il 60% della produzione - hanno effettuato le votazioni per eleggere i presidenti, i vicepresidenti e i rappresentanti dei Consigli di ciascuna associazione, che saranno parte del Consiglio direttivo della Federazione, che verrà completato con una successiva elezione il 20 giugno prossimo.

Unica carica esclusa da questa consultazione è quella del presidente della Federazione (Massimo Goldoni), che per statuto scadrà a giugno 2013, e resta quindi in carica allo scopo di garantire la continuità nel passaggio dall'assetto associativo di Unacoma alla nuova compagine federativa.

"Abbiamo lavorato con molto impegno negli ultimi due anni – ha commentato il presidente Goldoni – per realizzare una struttura che riconosca ai singoli gruppi maggiore efficienza e autonomia, e consenta l'aggregazione di ulteriori soggetti istituzionali, in rappresentanza di settori affini alla meccanizzazione e ad essa collegati, per allargare il fronte di rappresentanza della Federazione e avere più peso anche nelle sedi politiche e istituzionali".

Quello federativo è un processo coerente con l'orientamento della Confindustria, favorevole a politiche di aggregazione che razionalizzino le attività e il sistema di servizi per le imprese dei vari comparti. Lo stesso neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha sottolineato come lo spirito d'innovazione che anima l'attività imprenditoriale debba caratterizzare anche gli organismi di rappresentanza.

La nuova struttura federativa costituisce dunque un'intelaiatura capace di accogliere le istanze di più comparti industriali, in un momento particolarmente delicato per l'industria nazionale. "Saranno i nuovi organi elettivi a sviluppare progetti e a definire l'agenda delle priorità – ha concluso Goldoni – in linea con quel modus operandi e con quei valori che caratterizzano il nostro sistema di rappresentanza".