Progettisti contro, verrebbe da dire. Oppure, e più semplicemente, costruttori di motori diesel che cercano la propria strada, seguendo ipotesi differenti anche se non necessariamente contrapposte come le si vorrebbe presentare.

Giunti ormai al fatidico Stage 3B delle motorizzazioni agricole, il mercato si interroga infatti sui passi sin qui compiuti e su quelli che verranno nel prossimo futuro.

Per cercare di fare il punto sull’attuale stato dell’arte è stata organizzata presso Fieragricola una tavola rotonda, battezzata "Diesel domani", incentrata sulla condivisione e discussione delle differenti peculiarità che mostrano i motori emissionati Scr, con l'aggiunta quindi di AdBlue, oppure Egr, che dell'AdBlue fanno a meno. Mentre la maggior parte dei costruttori si è orientato sulla prima soluzione, John Deere resta sola nel sostenere la seconda.
Sia come sia, dal 1996 a oggi i diesel hanno diminuito le proprie emissioni di ossidi di azoto di oltre il 95%, come pure quelle del particolato sono scese di oltre il 96%. Infine, anche le emissioni di idrocarburi incombusti sono state praticamente azzerate.
Verrebbe da chiedersi quindi, visti i numeri così positivi, se sia il caso di mettere ulteriori pressioni normative in termini di investimenti su un settore, quello dei motori agricoli, che non può contare come quello automobilistico su volumi di vendita tali da sostenere la ricerca.
Per fare il punto sui possibili sviluppi a breve dei diesel sono convenuti quindi a convegno Deutz, Ftp Industrial e John Deere, in qualità di costruttori del 70 per cento circa dei motori diesel utilizzati in ambito agricolo e industriale, ma anche Delphi Diesel, quale costruttore inserito fra i leader di mercato a livello di componentistica.

 

 


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Tratto da Macchine Trattori - marzo 2012

in collaborazione con Editoriale Orsa Maggiore