L'industria delle macchine per le costruzioni è in crisi e chiede un piano d'interventi articolato. Non soltanto incentivi per l'acquisto di mezzi meccanici nuovi, ma un pacchetto di provvedimenti volti a superare i limiti strutturali del settore edilizio, e a contrastare l'impiego di macchine obsolete nei cantieri e l'importazione di mezzi meccanici dai Paesi extraeuropei.

Queste le indicazioni emerse dal Tavolo di crisi aperto il 14 aprile per iniziativa del ministero dello Sviluppo economico, presso la sede dello stesso Ministero, con la partecipazione delle sigle che rappresentano la meccanica per le costruzioni tra le quali Unacoma/Comamoter, l'associazione che nell'ambito di Confindustria rappresenta i costruttori di macchine per movimento terra.

A differenza di quanto accade nei principali Paesi europei, dove si registra una robusta ripresa del mercato per le macchine movimento terra, con incrementi di vendite nel primo trimestre 2011, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari al 10% in Francia e Regno Unito e ad oltre il 60% in Germania, in Italia perdura lo stato di crisi, con una flessione nel trimestre prossima al 10%, dopo il crollo avutosi negli anni precedenti a causa della crisi economica internazionale. Questo per un complesso di fattori che - si è detto nel corso dell'incontro - riguardano la stasi nelle grandi opere pubbliche, il blocco del piano casa, l'eccessivo frazionamento del sistema di appalti e la complessità del relativo codice, tutti elementi che gravano sull'industria delle costruzioni e scoraggiano gli investimenti nell'acquisto di mezzi meccanici.

A questi elementi si aggiunge una scarsa sensibilità per il tema della sicurezza e dell'innovazione, che comporta in molti cantieri l'uso di mezzi tecnologicamente superati, e il problema della concorrenza dei Paesi di nuova industrializzazione, che esportano in Italia mezzi non conformi alle normative europee, vanificando gli ingenti investimenti delle nostre industrie per l'adeguamento agli elevati standard comunitari.

Fra le iniziative specifiche suggerite da Comamoter - rappresentata all'incontro dal segretario generale Marco Pezzini - l'introduzione di un sistema che premi le imprese appaltatrici che rinnovano il proprio parco macchine e l'imposizione di precisi limiti alla rumorosità e alle emissioni nei cantieri urbani, oltre che iniziative di promozione dell'industria italiana all'estero che possano compensare le perdite sul mercato interno. Tra le proposte avanzate dai partecipanti al tavolo, sulle quali si è registrata una piena convergenza, quella di realizzare una anagrafe delle macchine per le costruzioni che consenta di monitorare il mercato e di conoscere il tasso di obsolescenza dei mezzi attualmente in uso, e quella di promuovere una formazione specifica per gli addetti alla dogane e alle Asl, finalizzata ad un maggiore controllo della conformità alle normative europee dei mezzi in entrata nel nostro Paese.

Il coordinamento del Tavolo di crisi spetta ora al Ministero, che ha già individuato le tre aree su cui sviluppare la strategia di rilancio - interventi per la regolazione del mercato, sviluppo della domanda interna, potenziamento del sistema di offerta del macchinario italiano - e che procederà in tempi rapidi ad approfondire le varie tematiche per giungere ad un documento programmatico di ampio respiro.