I primi sei mesi del 2008 se ne sono andati e un bilancio è d'obbligo. Anche se la complessità delle problematiche che gravano sull'agricolo non aiuta a farlo. Per questo si è pensato di aiutare gli operatori proponendo loro oltre all'andamento del mercato generale anche quelli dei quattro più importanti segmenti che lo compongono.

 

L'agricoltore è un imprenditore? Sulla carta sì, in quanto rischia di suo, lavoro e quattrini, senza avere la certezza del ritorno. La pratica dimostra però che non sempre è così e, anzi, esiste una troppo larga frangia di agricoltori che non possono essere connotati quali imprenditori, ma solo quali prestatori d'opera. Gente che coltiva quello che gli dicono di coltivare e che investe solo i quattrini altrui. Nulla di male intendiamoci, ma un conto è il doversi confrontare anno dopo anno col mercato per attuare le strategie più adatte a far crescere l'azienda e altro è il rispondere passivamente agli input di Consorzi, Cooperative e Industrie di trasformazione. Un vero imprenditore inoltre quando acquista un bene di solito lo fa a proprie spese, mentre in agricoltura abbondavano, il passato è d'obbligo, gli aiuti. Una situazione anomala quindi, che ha portato alla caduta del mercato non appena si è concretizzata quella crisi economica che ormai da più di tre anni grava sulle economie occidentali.

La necessità di rivedere i piani di sostegno regionali, nazionali ed europei ha portato molte aziende a chiudersi a riccio, quasi che il non investire e quindi il tenersi i soldi in banca fosse la soluzione a un problema che invece va affrontato in maniera opposta, dando cioè spazio alle macchine e alla tecnologia per ridurre al minimo i costi aziendali. (...)

 

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Tratto da Macchine Trattori - luglio-agosto 2008

in collaborazione con Orsa Maggiore Edizioni