Con l'espressione "portare il cappello sulle 23" s'intende descrivere un modo un po' scanzonato di sfoggiare un copricapo, tenendolo appoggiato più su un lato della testa, quasi tendente a cadere. Questo almeno quando indossare cappelli era abitudine diffusa e popolare.
Ora sembra che il mercato dei trattori abbia riscoperto l'antico detto. Infatti, ripentendo gli insuccessi del 2009, all'apice della crisi economica, anche l'anno corrente pare essere indirizzato a mostrare pericolose inclinazioni verso il basso. Il primo bimestre 2012 parte infatti mostrando cali del 23,5%, quasi un quarto del mercato complessivo che aveva caratterizzato il primo bimestre 2011.
Quasi che i trattori si siano messi in testa di seguire il mercato auto, rispetto al quale per fortuna sembra che almeno le trattative siano ancora apprezzabili. La voglia di comprare, detta in altri termini, c'è. Manca però l'apertura al credito, visto che le banche hanno si preso i miliardi della Bce, ma se li sono tenuti stretti per ripianare i propri conti investendo in titoli di Stato.
Circa i numeri nudi e crudi, i valori sono per lo meno tornati a essere affidabili nella loro sostanza. Non vi sono più le spinte esogene date dagli incentivi, che avevano drogato le immatricolazioni del 2011, quindi il delta fra 2011 e 2012 è superiore a quello che sarebbe stato senza rottamazione.
Oggi il mercato paga quindi anche il conto di aver già venduto ieri quello che si sarebbe potuto vendere oggi. John Deere, tanto per citare un marchio, torna al quarto posto dopo essere salito per breve tempo al secondo, come pure altri marchi crescono in quote, ma vedono in calo i volumi.
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Tratto da Macchine Trattori - aprile 2012
in collaborazione con Editoriale Orsa Maggiore