'Investire nell'intensificazione delle colture sostenibili e migliorare la qualità del suolo' (22-24 luglio): all'incontro tecnico hanno partecipato 100 esperti da 36 paesi. E' stata l'occasione per una presa di posizione della Fao, organizzatrice dell'evento, a favore dell'agricoltura conservativa.

Introdotta circa 30 anni fa, è attualmente praticata su circa 100 milioni di ettari di terra in tutto il mondo. L'agricoltura di conservazione o agricoltura senza lavorazione, consiste in una serie di pratiche agronomiche che permettono una migliore gestione del suolo, limitando gli effetti negativi sulla sua composizione, sulla struttura, sul contenuto di sostanza organica e sull'entità del processo di erosione e conseguente degradazione. Si interferisce molto poco con il suolo dove si semina direttamente, sul terreno non lavorato o lavorato al minimo.

Secondo uno studio circa il 20 per cento delle terre coltivate è eroso o degradato – una catastrofe potenziale tenuto conto che per l'anno 2050 la produzione alimentare mondiale dovrà raddoppiare per riuscire a sfamare una popolazione di oltre nove miliardi di persone. Ricostituendo una buona struttura del suolo ed incoraggiando i naturali processi biologici del terreno se ne incrementa la capacità produttiva, si legge nel Piano d'Azione stilato a conclusione dell'incontro.

Nel Piano d'azione si raccomanda 'un passaggio rapido, quando e dove ne esistano le condizioni, a sistemi basati su un intervento minimo sul suolo, su una maggiore copertura del suolo e sulla rotazione delle colture'. Inoltre si fa appello ai donatori ed ai responsabili politici affinché promuovano questi sistemi nei loro programmi di sviluppo agricolo per mitigare l'attuale crisi alimentare.

"Non sarà facile modificare in breve tempo le abitudini per riuscire a coltivare la terra sia in modo intensivo che sostenibile", ha affermato Theodor Friedrich, esperto senior della FAO. "Ma non riuscirci potrebbe compromettere la capacità futura del pianeta di produrre abbastanza per nutrire la sua popolazione'.

Ulteriori approfondimenti on line, sul sito della Fao.