Mentre l'Europa ed il mondo sono scossi dai nuovi venti di guerra che spirano sullo scacchiere mediorientale, che rinfocolano il dibattito sul riarmo dei Paesi dell'Unione, alcuni dei quali posti a confine con l'area di guerra europea - quella dell'Ucraina che fronteggia l'invasione della Federazione Russa - un dubbio sorge spontaneo: con l'aria che tira e le nuove esigenze belliche emerse più di recente, il Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) dell'Unione Europea 2028-2034 come cambierà?

E soprattutto, quanti soldi lascerà nei fondi destinati all'agricoltura e allo Sviluppo Rurale? Domande legittime, considerato che entro luglio 2025 la Commissione Ue dovrà rendere noto il testo del futuro Qfp dell'Unione, mentre il 16 luglio prossimo la stessa Commissione dovrebbe presentare il documento legislativo sulla Pac 2028-2034.

 

Questi dubbi deve esserseli posti di recente la presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, che ovviamente ha espresso il tutto in chiave molto diplomatica, ma non meno efficace. La presidente ceca della Comagri Veronika Vrecionová  (gruppo conservatore) ha infatti manifestato la preoccupazione della maggioranza della Commissione Agricoltura per la presentazione delle proposte legislative sulla futura Politica Agricola Comune (Pac) contemporaneamente al Qfp.

 

La lettera della Vrecionová alla Commissione

In una lettera indirizzata giovedì 12 giugno 2025 alla Commissione Europea, la presidente della Commissione per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, Vrecionová, sostenuta dalla grande maggioranza dei gruppi politici della commissione, ha detto che "le proposte legislative sulla futura Pac dovrebbero seguire, e non coincidere con la presentazione del prossimo Qfp".

 

Per la Vrecionová, una relazione d'iniziativa sul futuro dell'agricoltura dell'Unione, attualmente in fase di finalizzazione da parte della Comagri, fornirà alla Commissione "una preziosa indicazione dell'orientamento politico e delle priorità che probabilmente emergeranno nel processo legislativo", si legge nella lettera. "È quindi importante che questa riflessione sia conclusa e debitamente valutata prima del lancio formale di nuove proposte legislative", ha esortato la presidente Vrecionová.

 

Inoltre, dato il lavoro in corso del Parlamento Europeo su fascicoli legislativi quali la riforma dell'Organizzazione Comune dei Mercati e il cosiddetto pacchetto di semplificazione della Pac, "una riforma completa della Pac in questa fase metterebbe a dura prova sia la capacità istituzionale che quella delle parti interessate" ha avvertito la presidente della Commissione Agri.

 

La sequenza di pubblicazione del Qfp prima e delle proposte settoriali in un secondo momento, in passato, "ha contribuito a garantire coerenza e rendicontazione", ha ricordato la presidente Vrecionová. "Le future proposte per la Pac dovranno essere di elevata qualità giuridica e coerenza interna e dovranno essere oggetto di un processo di consultazione inclusivo con gli Stati membri, gli agricoltori e le parti interessate" ha concluso la presidente Comagri.

 

Una tale presa di posizione della presidente della Comagri si segnala come un vero e proprio altolà nei confronti della Commissione, che sembra voler dire: prima vediamo quanti soldi ci sono, poi definiamo nel dettaglio le politiche, non escludendo una battaglia sul budget, ove la coperta dovesse essere troppo corta, viste le ambizioni sin qui manifestate dalla stessa Commissione sulla futura missione della Pac.

Leggi anche Pac, ecco le novità per il saldo della Domanda Unificata 2024

Commissione Ue, sulla Pac i no di Parlamento e Agrifish

Del resto, sull'operato della Commissione Ue riguardante la politica agricola si registrano già due veti: la posizione del Parlamento Ue contraria all'accorpamento in un Fondo Unico dei fondi agricoli (Feaga e Feasr) con il Fondo per la Coesione Territoriale, espressa il 7 maggio scorso, in occasione della presa di posizione proprio sul Qfp, e il più recente no del Consiglio Agrifish sulla stessa materia giunto il 26 maggio 2025.

 

Lollobrigida, fronte ancora aperto sul Fondo Unico

Nel mentre, da più parti, a cominciare dallo stesso commissario Christophe Hansen, si chiede una Pac più forte sul piano finanziario, oltre che più semplice e più vicina agli agricoltori, con lo stesso commissario all'agricoltura contrario all'accorpamento dei fondi. Una battaglia quest'ultima, che sembrava vinta all'indomani dell'ultimo Consiglio Agrifish, ma che nello scorso fine settimana - stando alle dichiarazioni rese dal ministro dell'Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida - sarebbe ancora in corso. Infatti, il ministro, parlando il 13 giugno al primo della tre giorni del Villaggio Coldiretti di Udine, ha manifestato la propria contrarietà al Fondo Unico per la Pac, ha ricordato il no convinto già espresso dall'Italia in occasione dell'Agrifish del 26 maggio ed ha anche detto che l'Italia sta ancora lavorando in questa direzione, unitamente al rafforzamento del budget della Pac.

 

Coldiretti, no a tagli Pac per finanziare armamenti

Fondo Unico a parte, uno spettro si aggira per l'Europa, quello di una spesa per armamenti in grado di ridimensionare nel Qfp tutti gli altri budget dell'Unione: "Se l'Europa vuole davvero costruire un futuro comune, deve cambiare paradigma: non può pensare di aumentare la spesa militare fino al 5% del Pil senza mettere a rischio settori fondamentali come la sanità, il welfare e l'agricoltura" ha detto il 13 giugno scorso il presidente della Coldiretti Ettore Prandini dal palco del Villaggio Coldiretti a Udine. "Sarebbe un paradosso ritrovarsi a tagliare i servizi essenziali per acquistare carri armati e aerei".

 

"La nostra richiesta è chiara: serve una scelta politica coraggiosa - ha detto ancora Prandini -. L'Europa deve introdurre gli eurobond e creare un debito comune per sostenere gli investimenti, evitando di gravare ulteriormente su Paesi come l'Italia, già appesantiti da un debito pubblico elevato".

 

Fin qui il fuoco di sbarramento di governi e sindacati agricoli, occorrerà ora verificare quale sarà la risposta della Commissione Ue.