Siamo qui a Madrid in occasione della Fiera Fruit Attraction, un evento che abbiamo visto crescere praticamente da zero e che ci fa sempre riflettere sulle occasioni perse per l'ortofrutticoltura italiana.

Una grande fiera di rilievo internazionale non solo mette in evidenza le capacità di un Paese ma ne può essere fattore di crescita, lievito per lo sviluppo.

 

La Spagna negli ultimi tre decenni ha raggiunto obiettivi formidabili nell'ortofrutticoltura diventando leader mondiale nell'esportazione e soprattutto costruendo un indotto di grandissimo valore: prodotti, tecnologie, servizi. Questo lo ha fatto seguendo una strategia di lungo periodo (in cui anche Fruit Attraction rientra); una strategia che manca ancora a molti settori del pur eccezionale agroalimentare italiano.

 

Dalle geremiadi dobbiamo passare alle impressioni registrate sullo sviluppo tecnologico del settore ortofrutticolo. Abbiamo visto robot che permettono il diserbo riconoscendo le plantule delle malerbe e poi incenerendole con minuscoli raggi laser e tanta altra meccanizzazione robotizzata: la carenza di manodopera, dove ci sarà capitale disponibile, ha le ore contate.

E abbiamo visto anche composti naturali usati come antiparassitari e ammendanti.

 

La cosa che ci ha più colpito è però il rapido sviluppo commerciale dei microrganismi utili, sia come antagonisti sia per aumentare la fertilità del terreno. I preparati a base di miceti e batteri si moltiplicano nella proposta commerciale come anche l'uso di micorrize per migliorare i suoli.

 

Curare la fertilità dei terreni agricoli è importante e non più procrastinabile per l'agricoltura moderna: sembra che gli spagnoli lo abbiano capito.