Mentre i centri di studio ed elaborazione dati dell'Unione Europea stanno stilando un atlante per i rischi legati alla siccità, uno degli elementi di maggiore criticità che in particolare nel 2022 ha compromesso parte dei raccolti agricoli in Europa, la Commissione Agricoltura a Bruxelles ha pubblicato le prospettive a breve termine dei mercati agricoli, dalle quali si evince che, nonostante gli eventi meteorologici avversi che hanno caratterizzato anche il 2023 (fra gelate, siccità, concentrazione di pioggia, grandine), la produzione agricola ha saputo reggere l'urto, pur mostrando qualche segno inevitabile di incertezza.

 

Il clima caldo e secco, abbinato all'eccesso di precipitazioni in diverse parti d'Europa durante l'estate 2023, si legge nel report diffuso dalla Commissione Agricoltura, ha continuato a mettere a dura prova la resilienza degli agricoltori. "Le rese di diverse colture arabili e specializzate sono state influenzate, i raccolti sono stati ritardati, si sono sviluppati parassiti e malattie e di conseguenza anche la qualità di alcuni prodotti ha sofferto", rivelano gli analisti.

 

Allo stesso tempo, ci sono stati segnali di prospettive di mercato positive per il settore agricolo dell'Ue, anche se gli eventi legati al conflitto israelo-palestinese e alle incognite legate alla guerra in Ucraina stanno infiammando di nuovo i costi di produzione, mentre i prezzi dei mangimi non sembrano aver preso la direzione - almeno per ora - di un aumento.

 

Il rischio potrebbe deprimere la parziale competitività riacquistata dalle imprese agricole europee nei mesi scorsi. Non sarebbe tuttavia compromessa la posizione di leadership dell'Unione Europea come principale esportatore mondiale.

 

Ecco cosa racconta, in sintesi, il report della Commissione Ue.

 

L'inflazione alimentare mensile ha iniziato a diminuire dallo scorso luglio nell'Ue e, sebbene i prezzi dei prodotti alimentari restino ancora una grande preoccupazione per i consumatori, ciò potrebbe portare un certo sollievo nella domanda di alcuni prodotti. In generale, l'inflazione alimentare rappresenta quasi il 40% degli aumenti dei prezzi al consumo.

 

Vino e carne: consumi in flessione

Il vino è uno dei prodotti i cui consumi sono diminuiti a causa dell'aumento dei prezzi, unito al calo strutturale del consumo di vini rossi. La distillazione di crisi, autorizzata quest'estate dalla Commissione Europea, contribuisce - almeno così sostiene Bruxelles - a stabilizzare il mercato.

 

Anche la carne risente negativamente del calo dei consumi dovuto ai prezzi elevati. Il miglioramento delle condizioni dei pascoli, nonché la riduzione dei costi dei mangimi, hanno fornito un certo sollievo ai produttori di bestiame. Tuttavia, la produzione di carne, ad eccezione del pollame che è tradizionalmente un prodotto caratterizzato da costi inferiori e da una versatilità al consumo non frenata da vincoli di tipo religioso, potrebbe rimanere al di sotto della media.

 

Produzione cerealicola in diminuzione

Si prevede che la produzione cerealicola dell'Ue per il 2023-2024 sarà inferiore del 4,3% alla media quinquennale, pari a 268,5 milioni di tonnellate, a causa delle condizioni meteorologiche avverse durante la primavera e l'estate, che hanno avuto un impatto particolare sulla produzione di mais e orzo.

 

L'uso dei cereali come mangime potrebbe rimanere stabile, mentre l'uso dei cereali per la produzione di biocarburanti potrebbe continuare a crescere, anche a fronte di un maggiore ricorso al biogas e al biometano come fonte rinnovabile agricola.

 

A livello di commercio globale, l'Ue continua ad essere un esportatore netto di cereali, in particolare di grano. Nei mesi precedenti, in particolare, sono aumentate le esportazioni verso il Medio Oriente e l'Africa subsahariana allo scopo di non perdere quote di mercato e di contrastare i disagi che potrebbero acuirsi nell'area in seguito alla guerra fra Russia e Ucraina e ai rallentamenti delle vendite attraverso il corridoio del Mar Nero, visti gli ostacoli legati al mancato rinnovo dell'accordo Black Sea Grain Initiative lo scorso luglio.

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Bene le produzioni di soia e girasole

La produzione di semi oleosi dell'Ue sta andando particolarmente bene (11% al di sopra della media quinquennale), trainata da una ripresa della produzione di girasole, nonché da una maggiore produzione di semi di soia.

 

Barbabietole ok

Sebbene il divieto totale dell'uso dei neonicotinoidi comporti alcune sfide per i coltivatori di barbabietola da zucchero, si prevede che le aree di semina, la resa delle barbabietole e il contenuto di zucchero aumenteranno rispetto al calo registrato lo scorso anno.

 

La produzione di zucchero dell'Ue nel 2023-2024 è prevista a 15,6 milioni, vicino alla media quinquennale. I prezzi ai massimi degli ultimi anni dello zucchero e il sostegno della Politica Agricola Comune (Pac) alla barbabietola da zucchero, contribuiscono inevitabilmente a spingere la produzione.

 

Colture specializzate

La produzione di olio d'oliva rimarrà bassa e non si prevede che si riprenderà completamente nel 2023-2024. I prezzi rimarranno elevati, con conseguente riduzione delle esportazioni e del consumo comunitario.

 

Quanto al vino, si prevede che la produzione dell'Ue nel 2023-2024 diminuirà di circa il 6%, principalmente a causa del calo della produzione italiana e spagnola. La domanda dei consumatori, in particolare quella del vino rosso, continua a diminuire. I consumatori hanno un potere d'acquisto inferiore e si spostano verso altre bevande, come la birra.

 

In calo mele e arance

Influenzata dal clima sfavorevole, anche la produzione di mele e arance vedrà un trend di calo simile, con circa il 2% in meno rispetto allo scorso anno. È probabile che venga utilizzata una maggiore quantità di frutta per la trasformazione, a causa della qualità inferiore e dei costi di stoccaggio più elevati.

 

Consegne di latte in lieve aumento

Le consegne di latte in Ue rimangono piuttosto stabili e si stima che aumenteranno dello 0,3% nel 2023. I prezzi del latte sono in calo dall'inizio dell'anno e, anche se i costi di energia, fertilizzanti e mangimi stanno lentamente iniziando a diminuire, rimangono elevati, determinando così margini ristretti per i produttori.

 

Oltre le aspettative, cresce la produzione di latticini freschi (panna e latte alimentare). Appare ad oggi improbabile che le esportazioni dell'Ue si espandano, a causa della diminuzione della domanda in Cina. È pertanto probabile che i volumi aggiuntivi vengano consumati a livello nazionale, mostrando una maggiore resistenza all'aumento dei prezzi rispetto ad altri prodotti di origine animale.

 

Si consuma meno carne bovina e più pollame

Gli europei continueranno a mangiare meno carne. Nel complesso, si prevede che il consumo di carne pro capite nell'Ue diminuirà dell'1,5% nel 2023 a causa dell'inflazione dei prezzi e della minore offerta sul mercato. Il calo è più forte per il consumo di carne bovina (-3,5%) e di carne suina (-5,2%), mentre il consumo di carne di pollame crescerà del 4,3%.

 

Bruxelles prevede inoltre che la produzione di carne ovina risentirà del declino strutturale del gregge ovino, della minore disponibilità di erba, soprattutto nei Paesi mediterranei, dell'aumento dei costi dei mangimi e dell'epidemia di vaiolo ovino in alcuni Paesi.