L'inflazione e il caro energia hanno fatto schizzare i costi alle stelle mentre la redditività delle imprese agricole è crollata ai minimi storici. A questo combinato disposto, da affrontare, è stato dedicato l'incontro "La redditività in agricoltura tra programmazione e strategia", così come lo ha messo a fuoco il presidente di Copagri Tommaso Battista. Per il Governo la cura è puntare sulle filiere e sulla valorizzazione del made in Italy.

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"Dopo questi ultimi due anni di crisi notevole causata dall'inflazione e soprattutto dai costi che sono schizzati alle stelle - ha osservato Battista - la redditività delle nostre aziende agricole è sicuramente ai minimi storici e per questo noi dobbiamo capire tutti insieme al mondo dell'università, della politica e delle organizzazioni agricole come poter collaborare per individuare le soluzioni e garantire una programmazione a medio termine per la gestione delle aziende agricole, potendo quindi garantire un minimo di redditività che oggi non c'è".

 

Il Governo ha fatto presente in diverse occasioni quanto sia importante il ragionamento che si concentra sulle filiere: "Gli accordi di filiera sono fondamentali per la crescita della redditività in agricoltura", ha rilevato il sottosegretario all'Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra ricordando gli accordi sottoscritti quest'anno, ritenendoli un "esempio lampante del valore aggiunto a cui dobbiamo puntare". Secondo La Pietra infatti "chi vi ha aderito registra incrementi di fatturato del 10,9%, mentre chi resta fuori dagli accordi registra un calo del 14,5%. Il gap in termini di redditività, insomma, è superiore al 25%. L'accordo di filiera funziona e porta a risultati economici molto positivi anche in termini di ricavi per unità di lavoro, che aumentano per le aziende che aderiscono (10,7%), a fronte di un calo in quelle non aderenti (-9,1%)".

 

Filiera che diventa l'anima anche quando si parla di made in Italy: "I contratti di filiera rappresentano uno strumento fondamentale per lo sviluppo di produzioni 100% italiane, capaci di dare opportunità di lavoro e far crescere la nostra agricoltura, in un contesto caratterizzato da una grande instabilità internazionale, ma anche dall'impatto sempre più rilevante dei cambiamenti climatici sulle attività delle imprese". Un obiettivo - ha spiegato ancora La Pietra - del "Governo Meloni è proprio la difesa del made in Italy, la tutela e la valorizzazione del cibo italiano di qualità, la riduzione dei costi di produzione per le imprese agricole, il sostegno delle filiere agricole più deboli e la gestione delle crisi di mercato". Questo, "cambiando completamente approccio nei confronti dell'Europa"; si tratta di "un cambio di passo che si concretizza anche attraverso la predisposizione del decreto attuativo del Fondo per la Sovranità Alimentare, che stanzia 100 milioni a sostegno pluriennale delle imprese agricole".

 

"Credo che mai come ora sia fondamentale, quando si parla di agricoltura, capire come interagirà con le future generazioni, come possa essere considerata anche dal punto di vista della considerazione sociale - ha messo in evidenza il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera Mirco Carloni - i giovani potranno portare avanti queste attività se vi sono margini, remuneratività del lavoro ma anche riconoscimento sociale. All'imprenditore agricolo bisogna dare una visione meno assistenzialistica del passato e più imprenditoriale".

 

"Oggi, a fronte dei costi che sono altissimi, i prezzi non riescono a coprirli - ha concluso Battista - quindi è necessario confrontarsi ma soprattutto avere delle idee da parte del mondo universitario; e chiedere alla politica di poter intervenire per supportare le aziende agricole. Siamo prossimi a una serie di bandi Pnrr e Psr delle varie regioni, per questo dobbiamo capire come le aziende, che partecipano ai bandi e quindi investono, possono essere supportate".