Tutto il senso del G20 dell'Agricoltura, che ha animato per due giorni Firenze e che è stato preceduto da un opening voluto dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli (presidente della ministeriale) e da un ciclo di eventi organizzato dall'Accademia dei Georgofili sui principali argomenti di studio per un'agricoltura vitale, resiliente, innovativa e in grado di rispondere alla sicurezza alimentare, sta nella riflessione alla quale si abbandona il presidente dell'Accademia dei Georgofili, il professor Massimo Vincenzini, al termine della visita del direttore generale della Fao, il cinese Qu Dongyu, proprio alla più antica istituzione al mondo per lo studio e lo sviluppo dell'agricoltura.
"Possiamo palare di innovazione, satelliti, nuove tecnologie e droni e abbiamo il dovere di farlo, ma allo stesso tempo dobbiamo farci carico anche di quanto accade in altri luoghi del mondo, dove i droni e l'agricoltura di precisione non sono la priorità" afferma il presidente Vincenzini. "Pensiamo all'Afghanistan e all'emergenza che sta vivendo: non hanno nemmeno i semi. Dobbiamo agire e come accademici abbiamo una missione, che è quella di sostenere l'agricoltura e far capire a tutti i cittadini che senza l'agricoltura non c'è futuro, perché non c'è vita".

Quella per l’agricoltura è una passione totalizzante ed essere agricoltori è, a ben vedere, una missione. Come i medici, i preti e i giornalisti, disse qualche lustro fa Enzo Biagi, che di quest'ultima professione era un alfiere.
"Dobbiamo procedere nella consapevolezza che vi sono diversi piani di intervento e che nel mondo non esiste un solo modello di agricoltura" prosegue il presidente dell'Accademia dei Georgofili. "Ma il denominatore comune è che senza agricoltura non avremo cibo e non ci sarà vita".
Avanti, dunque, con coraggio per "dare a tutti l'opportunità di avere la migliore agricoltura possibile per il luogo, il tempo e le condizioni in cui si trovano", rimarca il professor Vincenzini.


La visita della Fao

Sabato pomeriggio, al termine del G20 Agricoltura, il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, il vicedirettore Maurizio Martina, già ministro delle Politiche Agricole nell'epoca di Expo 2015, e una delegazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, accompagnati dal sindaco di Firenze Dario Nardella, hanno incontrato il presidente dell'Accademia dei Georgofili, il professor Massimo Vincenzini, e una rappresentanza del Consiglio accademico (i vicepresidenti professore Pietro Piccarolo e il professore Amedeo Alpi, il segretario agli atti professore Simone Orlandini).

È stato un incontro cordiale, che ha riannodato i fili di un rapporto fra l'Accademia dei Georgofili e la Fao che risale al 1948, quando la rappresentanza italiana dell'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (che all'epoca aveva una sede provvisoria in Olanda) scrisse ai Georgofili per poter essere ospitata e chiedere una collaborazione attiva in un "ciclo di riunioni di orientamento sul problema della conservazione del suolo", come riportato nella lettera mostrata al direttore generale Qu Dongyu.

La lettera del 1948
La lettera del 1948
(Fonte foto: Matteo Bernardelli - AgroNotizie)

Nel 1996 il direttore generale della Fao, Jacques Diouf fu protagonista dell'inaugurazione del 243esimo anno accademico, con la prolusione "lo sviluppo sostenibile in agricoltura: una sfida scientifica in evoluzione".

Approcci e collaborazioni non solo di antica data, ma pressoché costanti, che la visita di sabato scorso ha rinvigorito con una visione globale, grazie alla rete di esperti accademici che provengono non solo dall'Italia, ma da tutto il mondo, ciascuno con competenze di alto livello e con la capacità di relazionarsi ad ogni livello, dalle accademie (quella dei Georgofili coordina sia l'Unasa, l'Unione nazionale delle Accademie di Scienze agrarie, che l'Ueaa, l'omologa europea), alle istituzioni, fino alla divulgazione corretta verso i cittadini, inviando messaggi "certificati", debitamente epurati dalle fake news che danneggiano il settore.

Scambio di doni e di messaggi nel corso dell'incontro, con l'innovazione in agricoltura messa al centro dell'attenzione e riconosciuta come soluzione per rispondere all'impellente bisogno di sicurezza alimentare, e grande curiosità da parte del direttore generale della Fao, Qu Dongyu, di conoscere il funzionamento dell'Accademia dei Georgofili e la provenienza delle risorse necessarie per finanziare la ricerca e il funzionamento.


Assemblea generale Fao a Firenze?

A margine del G20 il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, ha incontrato a Palazzo Vecchio il sindaco di Firenze, Dario Nardella. In futuro proprio la città gigliata potrebbe ospitare un'assemblea generale della Fao.

Accanto a questi temi, il sindaco ha parlato della candidatura di Firenze al Water Forum 2024 e di alcuni progetti dedicati all'educazione agroalimentare nelle scuole.

Un momento dell'incontro
Un momento dell'incontro
(Fonte foto: Matteo Bernardelli - AgroNotizie)